Transizione ecologica, ad Atreju vince il dialogo: pace fatta tra governo e Puglia sui fondi all’ex Ilva

15 Dic 2023 13:58 - di Federica Parbuoni
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È la necessità di una visione globale ai temi ambientali, pragmatica e non ideologica, quella emersa dal dibattito “Transizione ideologica o ecologica? Come mettere in sicurezza il territorio”, che si svolto questa mattina nella seconda giornata di Atreju, la festa della destra in corso a Castel Sant’Angelo a Roma. L’incontro è stato anche l’occasione per un chiarimento sul tema dell’ex Ilva.

Il confronto sulla transizione ecologica e “la sconfitta degli assenti”

All’incontro, introdotto dal presidente della Commissione Ambiente, Mauro Rotelli, hanno partecipato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, quello del Mare e della Protezione civile, Nello Musumeci, e il governatore della Puglia, Michele Emiliano, esponente dem che si annovera tra coloro che non ha avuto né timore né remore a confrontarsi in questa piazza aperta al dialogo su temi che interessano tutti i cittadini e sono destinati a delineare il futuro delle nostre società. A moderarli il giornalista Rai Roberto Inciocchi. “In politica il confronto è sempre importante e chi non è presente è uno sconfitto”, ha rilevato in apertura del suo intervento Musumeci, manifestando il suo rammarico per la decisione di Angelo Bonelli di ritirare la partecipazione al dibattito.

Rotelli: “Parliamo di transizione energetica con chi deve affrontarne le sfide ogni giorno”

La transizione energetica, ha ricordato Rotelli, pone “tante sfide” che sono non solo nell’orizzonte, ma nelle quotidianità dei relatori, i quali “ogni giorno devono decidere tra energie rinnovabili, carbone, fotovoltaico, eolico”. Su chi, insomma, si misura concretamente su quelle sfide e sulle ricadute che hanno sui territori e sulle comunità. Temi, ha sottolineato ancora Rotelli, che sono stati anche al centro della Cop28, alla quale lui stesso ha partecipato accompagnando il premier Giorgia Meloni.

Pichetto Fratin: “Cop28 si è chiusa con un risultato molto positivo”. L’Italia centrale nel dibattito

“Cop28 è stata chiusa con un risultato molto positivo perché il fatto che 198 Paesi, compresi i Paesi produttori di fossili, abbiano definito un percorso realistico, equilibrato, che non è solo una bandiera finale, è un dato importante”, ha spiegato Pichetto Fratin, ricordando che “a parte il riconoscimento di tutte le modalità di energia pulita, compreso il nucleare, il dato rilevante è che negli ultimi due anni si era discusso tanto a livello europeo di biocarburanti, di basse emissioni, e devo dire che la sfida, la contrattazione dell’ultima notte tra l’Italia e i rappresentanti dell’Ue, è stata proprio quella che abbiamo preteso che nell’ambito del documento dell’Ue ci fosse il termine low emission, basse emissioni”. “Questo – ha rivendicato il ministro – è un risultato che serve nella valutazione a livello europeo a questo punto, perché i regolamenti dovranno adeguarsi. Secondo elemento di soddisfazione è che questo indirizzo è stato riportato nel documento finale e quindi è sancito anche dai 198 Paesi”. Dunque, l’Italia è stata centrale e determinante anche a Dubai.

Musumeci: “Immaginare la prevenzione è un obbligo. Il governo lo sta facendo”

L’incontro è stato poi l’occasione per Musumeci per ricordare che “l’Italia non è un Paese per la prevenzione” dei rischi naturali, ma è “uno dei territori maggiormente vulnerabili per la consistenza geologica del suo territorio”. Per questo “non immaginare la prevenzione diventa un delitto”. “Chi governa ha il dovere di dire tutta la verità alle persone: guai a minimizzare il rischio, che è cosa diversa dal pericolo”, ha quindi ammonito il ministro, affrontando la questione dei Campi Flegrei e ricordando che “è necessario che chi vive lì conosca le condotte appropriate qualora il pericolo diventi rischio”. Una formazione che va fatta a partire dalle scuole primarie, mettendo da parte quella “sorta di pudore” che c’è in Italia “a parlare di rischio naturale”. Dunque, “dobbiamo cambiare metodo”, ha spiegato Musumeci, illustrando tre misure che il governo ha impostato per imprimere questa inversione di rotta: l’assicurazione per gli immobili destinati ad aziende, cui poi farà seguito quella per le abitazioni private; l’indicazione di tempi certi per le ricostruzioni dopo le calamità fissati in 5 anni prorogabili di altri 5, con la possibilità dello Stato di avocare a sé il compito di realizzare le opere; il lavoro impostato per realizzare “finalmente” una legge sulla prevenzione del rischio sismico, che attualmente non esiste.

Emiliano recrimina sui fondi all’ex Ilva

Emiliano, che ha lodato il sistema della Protezione civile, si è poi soffermato a sua volta sulla necessità che siano indicati “gli indirizzi di prevenzione” rispetto ai quali la Puglia si è concentrata in particolare sui temi della decarbonizzazione. Il governatore, quindi, si è soffermato sulle difficoltà e sulle resistenze incontrate in questo percorso in merito all’ex Ilva, ricordando le possibili soluzioni per ridurre le emissioni dell’impianto. Emiliano, quindi, ha recriminato sul fatto che i fondi per la conversione dell’impianto sono stati tolti dal Pnrr. Un tema sul quale in realtà c’è già stato l’impegno da Pichetto Fratin per ripristinarli, come ricordato dallo stesso governatore che ha reso merito al governo dello spirito collaborativo con cui si relazione.

Pichetto Fratin lo rassicura: “L’ex Ilva è una priorità del governo”

“Garantisco l’impegno del governo italiano su Ilva e sull’obiettivo del miliardo necessario alla conversione”, ha ribadito Pichetto Fratin, chiarendo che “lo spostamento dal Pnrr ad altri fondi, essenzialmente gli Fsc è dovuto a una valutazione di ordine tecnico rispetto al dubbio che il progetto potesse essere attuato entro il giugno del 2026, solo per questo”. “Quindi il progetto rimane tale e Ilva è una priorità del governo italiano”, ha concluso il ministro.

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