Venezia, pugno duro per gli eco-vandali: 28 denunciati, 5 espulsi dalla città. E loro frignano

11 Dic 2023 9:32 - di Federica Argento
Venezia pugno duro

Pugno di ferro della questura di Venezia contro gli ambientalisti di Extinction Rebellion che hanno tinto di verde fluorescente le acque del Canal Grande. La manifestazione si è conclusa con 28 persone portate in Questura e identificate: a ciascuna verrà inflitta una sanzione amministrativa da 1.250 euro, per complessivi 35mila euro di multa. Oltre alla denuncia penale per interruzione di pubblico servizio, dato che le corse dei vaporetti per circa un’ora e venti sono state bloccate in via precauzionale in tutta l’area di Rialto. Gli eco- attivisti imbrattano, manifestano, bloccano strade, poi frignano. Parlano di «denunce completamente pretestuose» e di «nessun legame coi fatti realmente commessi».

Sfregio a Venezia di Extinction Rebellion: i provvedimenti

Per 3 dei manifestanti è stato disposto il daspo di 48 ore e per 5 il foglio di via obbligatorio di 48 mesi. Che equivale a un divieto di entrare a Venezia per 4 anni. Alcuni di loro sono studenti dell’Università Ca’ Foscari che non potranno quindi accedere all’ateneo. Calandosi dal Ponte di Rialto, gli attivisti di Extinction Rebellion hanno immerso nell’acqua una sostanza comunemente usata come tracciante, la fluoresceina. Oltre all’interruzione di pubblico servizio, agli ambientalisti viene contestata anche la manifestazione non preavvisata e lo sversamento di sostanze pericolose; nonostante alcuni di loro abbiano precisato che il liquido utilizzato “non nuoce ad ambiente, persone e animali e in massimo 48 ore si disperderà”.

Hanno poi esibito uno striscione che recita “COP 28: Mentre il governo parla, noi appesi a un filo”. I membri del movimento in risposta alla “devastazione ecologica” rispondono deturpando e vanificando i presupposti della loro causa. Una protesta che configura diverse ipotesi di reato. Ma loro pretendono di essere al di sopra delle regole.

Gli eco-vandali deturpano e poi frignano

Parlano «dell’applicazione illegittima di un provvedimento pensato per i reati di mafia (il foglio di via). Che, secondo la legge, non può essere notificato a chi ha un legame con la città». Si riferiscono ad alcune studentesse dell’università Ca’ Foscari di Venezia, che fanno parte del gruppo individuato dalle forze dell’ordine, che con una misura di allontanamento non possono, di fatto, presentarsi in classe. Il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro (Coraggio Italia), ha chiesto un pugno ancora più duro, ha chiesto il carcere. Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini (Lega) nn ha dubbi: «Se per “salvare l’ambiente” questi imbecilli riescono solo a danneggiare monumenti, opere d’arte, chiese e perfino fiumi, da salvare ci sono i loro pochi neuroni rimasti. Multa e carcere per i vandali». Da considerare che pochi giorni fa sempre Venezia è stata presa di mira da Ultima Generazione, con fango sparato sulla Basilica di San Marco. 

Venezia, Brugnaro ha chiesto il carcere per gli eco-vandali

Il Comune di Venezia sta valutando. Danni strutturali al Canale e al Ponte di Rialto non dovrebbero essercene. Il liquido verde è stato spazzato via dal riciclo della marea. Tuttavia  l’amministrazione comunale veneziana sta valutando se procedere anche con il reato amministrativo per deturpamento dei luoghi pubblici. E  l’Arpav del Veneto, l’Agenzia regionale per la protezione e la prevenzione ambientale, è impegnata in queste ore ad analizzare i campioni di materiale prelevati. Venezia è una città fragile. Ci vorrà qualche giorno per capire effettivamente che genere di sostanza sia stata buttata in acqua. Del resto, già in passato le famose vernici “lavabili” usate per la statua di Vittorio Emanuele e per l’Arco della Pace a Milano tanto lavabili non erano: il Comune sta sopendendo un mucchiuo di soldi  deu contribuenti per lavare e restaurare i danni provocati dalla loro follia.

Venezia, gli eco-vandali non si sentono in colpa e rilanciano

Ma gli attivisti di Extincion rebellion – così come i loro “cugini” di Ultima Generazione non ci stanno, non si sentono in colpa. la colpa è solo degli atri: di Brugnaro, dicono; di Matteo Salvini. E del  questore che «ha arbitrariamente deciso che alcune persone che hanno semplicemente partecipato a una manifestazioni siano colpevoli di reati gravissimi». E – cosa ridicola-  chi ha preso contromisure ha violato « il diritto costituzionale alla manifestazione del pensiero». Siamo alla follia.

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