Acca Larenzia, compagni studiate: i saluti romani non appartengono a Fratelli d’Italia

8 Gen 2024 17:26 - di Gloria Sabatini

Dagli all’untore, al fascista di ritorno, al pericoloso estremista che attenta alla tenuta democratica del Paese. Come ogni anno. Ma forse quest’anno un po’ di più. Ci sono una sinistra in debito d’ossigeno, un’opposizione rauca che stenta a produrre alternative di governo e che, nella foga di alzare quel poco di voce rimasta, sbaglia gli obiettivi e abbaia alla luna.

Acca Larenzia, lo sciacallaggio della sinistra

Così succede che il ricordo della strage di Acca Larenzia, a 46 anni dalla morte di tre giovani militanti del Fronte della Gioventù dell’epoca venga annoverato come un esempio plastico di nostalgica e pericolosa deriva fascista che, scava scava, aleggerebbe tra le pieghe della destra di governo. Si confondono ad arte le commemorazioni istituzionali (con la deposizione delle corone del Comune di Roma e della Regione Lazio) con la cerimonia sobria di una delegazione di Fratelli d’Italia (giovani militanti, parlamentari e dirigenti) che nella mattina di ieri, come da anni e non da oggi che siede a Palazzo Chigi, si è recata nel luogo della mattanza per rendere omaggio alle tre vittime innocenti della stagione terribile degli anni di piombo, con la manifestazione promossa nel pomeriggio da CasaPound che si è conclusa con il presente e i saluti romani.

I saluti romani di CasaPound e il ricordo di FdI

C’erano, è vero. Ma parliamo di un’organizzazione radicale, di una destra estrema (per farci capire dai commentatori affezionati agli aggettivi) che potremmo definire residuale, i cui consensi nel paese sono irrilevanti. Saluti romani e gestualità che nulla hanno a che fare con la destra che guida il Paese. E che da anni ha fatto i conti con il passato, a rischio di perdere gli applausi e qualche voto dei nostalgici. Una destra nazionale, conservatrice e patriottica accusata di ‘tradimento’ proprio da quelle realtà che oggi Pd, 5Stelle, Verdi e Sinistra vorrebbero accomunare al partito della premier. Alla quale Elly Schlein chiede contezza. Ma perché mai Meloni dovrebbe rispondere della celebrazione di un’organizzazione che non è la sua? Del resto si occuperanno, se necessario, i magistrati visto che la Digos invierà alla Procura di Roma un’informativa sui fatti. È utile ricordare che mai, in questi 46 anni dalla strage di Acca Larenzia, il ministero dell’Interno ha ritenuto di dover vietare lo svolgersi della manifestazione pomeridiana.

La destra ha fatto i conti con il passato da decenni

La storia della destra, oggi primo partito italiano, precedente alla nascita ufficiale di FdI,  dimostra, almeno dalla fine degli anni ’80, una progressiva apertura alla società e al dialogo con l’avversario in un’ottica di identità nazionale che supera gli opposti schieramenti politici. Un rinnovamento nell’antropologia, nel linguaggio e nelle proposte politiche che la sinistra, invece, non ha saputo compiere. Un lento e sofferto affrancamento, anche nei gesti e nella narrazione pubblica, da retorica e armamentari vetero-fascisti. Una destra che solo i distratti, i professionisti dell’odio e i giornalisti sempre a caccia del fantasma del fascismo si ostinano a ignorare. O, come nel caso della commemorazione dei morti di Acca Larenzia, a mescolare con altro. Con una discreta dose di sciacallaggio. Si chiede al presidente del Consiglio di giudicare? Di prendere le distanze? Ma lo ha già fatto.

La cerimonia di Gn al Parco della Rimembranza

Certo, non la segretaria del Pd che vive di urla antifasciste, ma altri, che sui social si sono dedicati per ore e ore a riprodurre filmati di braccia tese e fotografie di celtiche, perché non hanno prestato attenzione alla cerimonia (molto partecipata) dei ragazzi di Gioventù nazionale (i giovani di FdI),  che nel pomeriggio di ieri hanno ricordato le vittime dell’odio politico nel Parco della Rimembranza ‘armati’ di fiaccole? Una processione silenziosa per non smarrire la memoria e rinnovare un impegno politico, democratico non eversivo, un ‘sogno’ di comunità. Chi, come il giornalista di Fanpage spacciatosi per poliziotto, cercava lo scandalo del saluto romano, la mossa falsa, ha trovato “l’amore”, si legge sul comunicato dei ragazzi. È una cerimonia che si svolge da circa 20 anni, inventata da quei militanti del Fronte della Gioventù che già all’epoca del Msi sentirono il bisogno di abbandonare stanchi riti del passato. Ma loro non fanno notizia. Sono inattaccabili e allora meglio concentrarsi su croce celtiche e saluti romani per chiedere vigilanza democratica e magari le dimissioni di questo o quello. Fino a quando?

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