Acca Larenzia, FdI: “Sinistra ipocrita, solo oggi scopre le celebrazioni che si fanno dal 1978…”

8 Gen 2024 18:28 - di Sara De Vico

Da Elly Schlein (che si scomoda con due interrogazioni parlamentari) a Matteo Renzi (che chiede a Meloni di dire una parola e si straccia le vesti per scene inaccettabili) al radicale Riccardo Magi (che processa il ministro Piantedosi) passando per le seconde file, le opposizioni si ricompattano in occasione della commemorazione della strage di Acca Larenzia per processare il governo. Parola d’ordine: alzare la polemica sui saluti romani che hanno concluso la manifestazione di CasaPound davanti alla sede missina, dove furono freddati tre militanti del Fronte della Gioventù, Francesco Ciavatta, Franco Bigonzetti e Stefano Recchioni.

Acca Larenzia, FdI: sinistra ipocrita. Dove era gli anni scorsi?

“Su Acca Larenzia – risponde con una nota l’ufficio stampa di Fratelli d’Italia – si abbatte la solita ipocrisia della sinistra. È dal 1978 che su quel piazzale si commemorano, anche con il rito del ‘presente’, dei ragazzi uccisi da un commando terroristico di estrema sinistra. Un caso rimasto senza giustizia”. Ebbene, continua il comunicato, “in tutto questo tempo la sinistra è stata varie volte al potere, ma finge solo oggi di scoprire la commemorazione di Acca Larenzia. Finora, anche sotto i governi Pd, si è reputato di non intervenire per impedirla. Curioso che la sinistra abbia cambiato idea solo ora. Utilizzare il ricordo della tragica morte di tre ragazzi ammazzati dall’odio comunista per fare bieca propaganda è squallido e vigliacco”.

Rampelli: le nostre celebrazioni dei caduti sono diverse

Fabio Rampelli, a sua volta, smonta le accuse rivolte a Fratelli d’Italia e indirettamente al governo sottolineando l’assenza di FdI dalle celebrazioni con i saluti romani. “La nostra presenza ad Acca Larenzia non ha nulla a che vedere con la manifestazione, serale o notturna. Fratelli d’Italia non c’entra nulla ma non da adesso”, chiarisce il vicepresidente della Camera dai microfoni di Tagadà su La7. “Noi non partecipiamo a quel tipo di manifestazione, ne abbiamo addirittura fatte due alternative, perché certo non rinunciamo al ricordo di tre ragazzi barbaramente uccisi 46 anni fa”.

Per 46 anni il Viminale ha acconsentito

“A quelle manifestazioni – rimarca Rampelli – non partecipiamo, semplicemente perché non le condividiamo. Non è il nostro stile, non è la nostra filosofia”. Semplice, lineare. Quanto al pressing della sinistra perché intervenga il ministro Piantedosi il parlamentare di FdI fa notare che “tutti gli anni, per 46 anni, quando c’è stata la sinistra al governo ci sono state le stesse identiche manifestazioni. Ma non ci sono state interrogazioni. Si vede che quando c’è un governo di centrodestra lo spirito di contrapposizione prevale. Ci sono le leggi dello Stato. Se qualcuno vuole indagare penso faccia bene a farlo, ma questo mantiene una distanza siderale da Fdi. Non c’entra niente con Fratelli d’Italia”.

Mollicone: occupiamoci del presente

Federico Mollicone invita a uscire dall’inseguimento dei fantasmi del passato. “Occupiamoci del presente – dice il presidente della commissione Cultura della Camera – di sicuro quei saluti romani esulano dalle commemorazioni istituzionali, da quelle dei deputati e del presidente della Regione Lazio, come ha detto lui stesso”. Denunciare e condannare quei saluti romani? “Non faccio il magistrato se si ravvedono reati è giusto che vengano perseguiti”.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • LEONARDO CASTAGNOLA 9 Gennaio 2024

    L’assenza della giustizia provoca comprensibili reazioni che non hanno nulla di eversivo o di istigazione all’odio politico. E’ stato solo un momento rituale e di ricordo per morti assassinati dall’odio politico a suo tempo fomentato da coloro che oggi si stracciano le vesti. Ha detto bene Rampelli.
    Alle prossime devastazioni provocate dai centri sociali chiediamo al PD e compagnia cantante di prendere le distanze, in qualità di forze di opposizione che comunque dovrebbero partecipare dialetticamente alla vita del Nazione.