Acca Larenzia, infami provocazioni in strada a Milano e in un liceo di Firenze: grondano odio e fango
Infami provocazioni su Acca Larenzia nelle scuole e nelle strade del Bel Paese. Mentre i media sono ancora intenti a denunciare (e sviscerare nel minimo dettaglio politico e giuridico) il caso dei saluti romani alla commemorazione di Acca Larenzia, il liceo Michelangelo di Firenze torna di scena e ruba il primo piano alla vicenda con un ultimo, deprecabile episodio che oltraggia la memoria e il sacrificio delle vittime di quel tragico 7 gennaio del 1978, quando Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni, “colpevoli” di militare a destra, furono uccisi dall’odio che ha armato il pugno di estremisti di sinistra, graziati dalla giustizia che ancora oggi non ha individuato gli assassini. Una strage che, come ormai drammaticamente arcinoto, a 46 anni di distanza resta ancora senza un responsabile…
Acca Larenzia, le ultime infami provocazioni: nel “celebre” liceo fiorentino sulla lavagna s’inneggia all’odio rosso
Un ultimo strappo, abbiamo detto, ma in realtà sono due gli episodi che in queste ore salgono ai disonori della cronaca legata a quegli eventi di 46 anni fa e al tributo al loro ricordo. Il primo, lo segnala Il Giornale, denunciando su una lavagna dell’istituto fiorentino appena citato, eretto a simbolo dell’Italia antifascista appena un anno fa, quando alcuni studenti di sinistra che hanno strappato i volantini di Azione studentesca e spintonato i militanti che li distribuivano, scatenando una rissa. E con tanto di lezioni di indignazione a comando arrivate a pioggia dal Pd e da editorialisti scandalizzati, respinte al mittente. Ebbene oggi, scrive il quotidiano diretto da Sallusti, in quelle stesse aule, su una lavagna, « è apparsa la scritta “Acca Larentia, che la storia si ripeta”. E una forca. La firma? Antifa. Un invito esplicito ad ammazzare fascisti o presunti tali». Proprio «come a Roma, in quell’inverno del 1978»… Una vergogna, irricevibile.
Acca Larenzia, a Milano lo sfregio del “quadro” che gronda fango e vergogna
E non è ancora tutto. Stavolta è il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti, a denunciarlo, commentandone i risvolti da incubo che rivela. Ossia: la notizia di un “quadro” vigliaccamente intitolato “Cacca Larenzia” e affisso, per provocazione, vicino alla sede di Fratelli d’Italia a Milano con i colori dell’arcobaleno». Uno sfregio a quella strage. Alla sua memoria e alle sue vittime, che Foti ha severamente condannato, dichiarando: «Una vergogna inaudita come a distanza di 46 anni da una strage in cui sono stati assassinati 3 giovani missini ad Acca Larenzia, senza aver mai avuto giustizia, ci sia ancora qualcuno che ne faccia dell’ironia. Che infanghi la memoria di quei ragazzi. E che alimenti l’odio politico».
Foti: «Si continua a infangare la memoria e ad alimentare odio»
E ancora. «Prima la solita sinistra che fa finta di non ricordare che la predetta tragedia è rimasta impunita – prosegue Foti –. Oltretutto senza mai condannarla. Poi le vignette che ai compagni piace definire “satiriche”, che altro non sono che un dileggio verso questi ragazzi. E ora la notizia di un “quadro” vigliaccamente intitolato “Cacca Larentia”… Più che street art – conclude tra indignazione e amarezza Foti – questa altro non è che “guano art”»…