Acca Larenzia, La Russa: coi saluti romani FdI non c’entra niente, non ha nulla da cui dissociarsi
Dopo i chiarimenti di ieri del vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli, oggi dalle colonne del Corriere della Sera è il presidente del Senato Ignazio la Russa a entrare nel merito della vicenda dei saluti romani alla commemorazione di Acca Larenzia, su cui l’opposizione ha scatenato un putiferio che non si registrava da anni. E tra speculazioni della sinistra e asserzioni tangibili tese a confutarle, il presidente del Senato spiega, chiarisce, propone interrogativi in sospeso da tempo e, soprattutto, riporta al centro della discussione viziata da attacchi e polemiche politiche, il tema della giustizia. E prima di tutto, della giustizia che le vittime di Acca Larenzia «non hanno avuto». Sottolineando: «Il fatto che non ci siano stati colpevoli condannati scompare. E io non vorrei che ci fossero morti di serie A e morti di serie B, che la memoria scomparisse. Vorrei che tutte le vittime avessero la stessa importanza».
Saluti romani a Acca Larenzia, La Russa respinge polemiche e accuse
Ma la polemica incalza e l’opposizione la cavalca. Così, Rampelli ieri ha asserito con fermezza: «Noi non facciamo saluti romani, nessuno di noi ne ha fatti, per scelta e non per convenienza, da sempre e non da oggi perché stiamo al governo. Iniziammo a disertare la manifestazione serale che si svolge nel Piazzale antistante l’ex sede del Msi prima ancora che nascesse Alleanza nazionale, la Schlein dovrebbe documentarsi prima di fare altre gaffe, proprio perché già all’epoca avevamo un’altra natura e ben diversi obiettivi. Fare saluti romani non ci appartiene».
«FdI non ha alcun ruolo o responsabilità in quello che è successo»
La Russa oggi nell’intervista al Corsera, riallacciandosi a quanto asserito dal collega di FdI, ne rilancia appieno approccio alla questione e sostanza delle argomentazioni: «Concordo pienamente con Rampelli quando dice che FdI è totalmente estranea all’episodio dei saluti romani alla commemorazione delle tre giovanissime vittime dell’attentato di Acca Larenzia. Peraltro, il fatto è stato eclatante e ha avuto molta visibilità, ma il partito davvero non ha alcun ruolo o responsabilità in quello che è successo».
«Non c’entriamo nulla, non c’entra il partito: non abbiamo nulla da cui dissociarci»
Non semplici dichiarazioni, o mere repliche agli attacchi scomposti dell’opposizione tornati a orologeria ora che FdI è al governo, ma una decisione tangibile quella a cui fanno riferimento Rampelli prima, e La Russa oggi. Il presidente del Senato, infatti, ricorda che già dalla nascita di Fratelli d’Italia le indicazioni date dai vertici del partito ai dirigenti sono state sempre molto chiare: «Abbiamo sempre detto ai nostri di non partecipare a certe manifestazioni, che vengono inevitabilmente strumentalizzate da chi vuole attaccarci. Non si va a certe commemorazioni. Non c’entriamo nulla, non c’entra il partito».
La questione sul fronte giuridico
E ampliando la discussione ad ampio spettro, aggiunge un argomento in più sulla questione del saluto romano come gesto di apologia del fascismo, e quindi reato, sul fronte giuridico: «Lo chiedo più da avvocato che da politico, sia chiaro. Non aiuta a risolvere la questione, e le polemiche che ogni volta si scatenano, il fatto che ci sia incertezza su come considerare certi gesti in caso di commemorazione di persone defunte».
Saluti romani, La Russa: «Attendo con interesse che la cassazione di esprima»
E sul punto, La Russa incalza: «Attendo con interesse la prevista riunione a sezioni riunite della Cassazione proprio su questo punto. È possibile che si stabilisca che un saluto romano durante una commemorazione non sia apologia di fascismo, e quindi non sia reato, come molte sentenze stabiliscono. Servirebbe chiarezza, ce lo aspettiamo. Da avvocato appunto, più che politico. Perché, ripeto, come partito noi siamo estranei a certe manifestazioni. Quindi non abbiamo nulla da cui dissociarci».