Acca Larenzia, le tristi bufale della sinistra su tre ragazzi ammazzati. Ecco il vero sporco che fa notizia

9 Gen 2024 15:31 - di Vittoria Belmonte

Abbiamo Natangelo che fa la vignetta con una massa fecale e la scritta “cacca larentia”. Geniale nell’esprimere il livello da latrina che certa sinistra raggiunge quando c’è da fare i conti con l’odio dell’antifascismo militante che creò morte e lutto. Poi c’è Il Fatto che si inventa che la targa che oggi si trova nel cortile di via Acca Larenzia firmata “I camerati” è stata deposta da Giorgia Meloni. Come vogliamo chiamarla? Una indecente svista. Una bufala costruita ad hoc per sparare sulla premier le solite litanie da neo-partigiani? Poi ci sono anche i neo-partigiani della satira, per esempio Luca Bottura. Il quale ha da farsi perdonare un tweet non proprio di successo sui tortellini troppo cari a Bologna per colpa di Ryanair. E posta allora un falso tweet di Giorgia Meloni.

E che dice lei in quel tweet falso? Che la destra moderna rifugge le manifestazioni nostalgiche e che il governo si riconosce nella Costituzione. Qualcuno ci casca, qualcuno no, qualcun altro dimostra che anche se Meloni parlasse ci sarebbe sempre il cretino di turno a dire che “non è abbastanza”. Si divertono, giocano, inventano, ridacchiano. Beati loro che hanno molto tempo e si permettono il lusso di sprecarlo (cit. Guccini) e non trovano un secondo per una riflessione su quel sangue e quei morti. Ah la destra vittimista, ancora con l’eccidio di Acca Larenzia, ma che noia… Gli eskimi in redazione (o sui social) non passano mai di moda.

E altri, se non indossano gli eskimi, sono alquanto disinformati. Sulla Stampa Marcello Sorgi dice che Giorgia Meloni è sempre prigioniera del moto almirantiano “non restaurare, non rinnegare”. Motto che fu della segreteria di Arturo Michelini e che forse gli fu suggerito da Alberto Moravia che era suo parente. Ma è inutile dilungarsi in precisazioni storiche. Il post di Elly Schlein ha dato l’avvio alla grande manipolazione. Non si parli delle vittime in carne e ossa ma dei fantasmi del fascismo. Così tutti quelli che quel giorno hanno reso omaggio ai tre ragazzi uccisi diventano “complici” dell’adunata nera (cit. Repubblica). Anche l’incolpevole assessore dem Gotor che era ad Acca Larenzia in rappresentanza del Comune e in nome della pacificazione dopo gli anni di piombo. E che dice di no n voler fare distinzione tra cuori neri e cuori rossi. Censurato. Per infedeltà alla linea.

Mica è tempo di pacificare. Bisogna anzi sobillare, istigare, rimestare. Ci sono le elezioni europee e sappiamo che ormai la sinistra non sa più imbastire campagne elettorali senza ricorrere alla narrazione del pericolo fascista. Almeno, avranno pensato i suggeritori di Schlein, in quest’inarrestabile fuga di consensi, ci teniamo lo zoccolo duro. Tanto peggio per quei ragazzi morti. A sinistra, anche quest’anno, non avevano niente di nero da mettersi e niente di serio da dire.

 

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