Acca Larenzia, Piantedosi al Pd: “Dai vostri governi nessun intervento sulle organizzazioni eversive”
In passato il Viminale non ha vietato manifestazioni analoghe, chi ha commesso reati è già oggetto di iniziative giudiziarie, i precedenti governi di centrosinistra non sono intervenuti sullo scioglimento di organizzazioni eversive, vanno condannati i gesti che richiamano esperienze “condannate dalla storia”. Questa l’impalcatura dell’intervento a Montecitorio del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi sui fatti di Acca Larenzia. Zittite così le accuse lanciate dalla sinistra, con Elly Schlein in prima fila, sulle commemorazioni per la strage del 7 gennaio 1978, quando furono freddati tre giovani militanti del Fronte della Gioventù, Francesco Ciavatta, Franco Bigonzetti e Stefano Recchioni. Partito il tam tam del pericolo fascista, per tre giorni le sinistre hanno alimentato fuoco e fiamme contro il governo (perché la Meloni non ha niente da dire?) e il Viminale. Che avrebbe tollerato il rito del presente con i saluti romani organizzato da CasaPound nel pomeriggio davanti alla sede missina, teatro della mattanza.
Acca Larenzia, lo show antifascista di Elly Schlein
Prevedibile e risibile lo show della segretaria dem che, in favore di telecamere, ha tuonato contro Fratelli d’Italia e la premier, che sarebbe ‘ostaggio di un passato che non passa’. E ha manipolato l’intervista del presidente del Senato Ignazio La Russa. “Non raccontateci che sono cani sciolti. Non sono cani sciolti ma un branco organizzato con cui siete andati a spasso per anni e che ha nostalgia del partito fascista”, ha detto invocando lo scioglimento di CasaPound. E giù con la retorica resistenziale e antifascista fuori tempo massimo. “Nel 2008 Meloni era ad Acca Larenzia con Rampelli e Castellino. È imbarazzante il silenzio di Meloni che non riesce a dire una parola di condanna”. Parole alle quali Fratelli d’Italia ha replicato duramente accusando la segretaria dem di non pronunciare una parola sugli assassini di quei ragazzi rimasti sul selciato, e senza giustizia dopo quasi mezzo secolo.
Acca Larenzia, Piantedosi: in passato manifestazioni più importanti
”Vorrei evidenziare – ha detto Piantedosi rispondendo al question time della segretaria dem – che la commemorazione di Acca Larenzia, cui quest’anno hanno aderito circa 1000 persone, nel passato, con le stesse modalità, ha registrato numeri ben maggiori di presenze, con un picco di 3000 nel 2018”. Il ministro, come già in Senato, ha sottolineato di aver registrato una “trasversale distanza di tutte le forze politiche da quei comportamenti che le immagini dei media hanno divulgato”. Sgombrato il campo anche sulle accuse all’operato delle forze dell’ordine. “Hanno adottato lo stesso modulo operativo seguito nelle analoghe manifestazioni effettuate negli anni scorsi. Frutto di esperienze professionali e di competenze tecniche consolidate. Che non mutano di fronte a qualsivoglia manifestazione”.
La Questura ha assicurato l’ordine pubblico
Garantito l’ordine pubblico. “La questura di Roma”, ha detto il ministro, “ha assicurato lo svolgimento della manifestazione senza che si verificassero incidenti. La stessa questura ha trasmesso alla competente autorità giudiziaria una prima informativa di reato. E ha contestato il delitto di apologia del fascismo a carico di cinque esponenti di Casa Pound, individuati tra i partecipanti”. Sull’annosa questione che riguarda lo scioglimento di organizzazioni di carattere eversivo, Piantedosi ha ricordato che “la limitata casistica applicativa sinora registrata” e ha fatto presente che nessuno dei precedenti governi “ha mai adottato iniziative in tal senso”. Il titolare del Viminale non si è sottratto a un giudizio sui saluti romani, che hanno acceso la miccia della levata di scudi delle sinistra. Che nelle ultime ore si è dilettata nello sport di diffondere video, foto, ingrandimenti di braccia tese e croci celtiche. “Lo spirito della commemorazione di tragedie così gravi come quella di Acca Larenzia, che ha causato il vile assassinio di giovani vite, è tradito dalla riproposizione di gesti e simboli che rappresentano un’epoca condannata dalla storia”.