Artista palpeggiato e molestato durante la performance della Abramovic fa causa al Moma: mi hanno rovinato (video)

24 Gen 2024 18:12 - di Giulia Melodia
artista palpeggiato

La sua performance al Moma di New York risale a diversi anni fa, ma risentimento e choc sono più vivi che mai… Tanto da indurre il protagonista – vittima di una vicenda davvero sgradevole e sinceramente inquietante – a sporgere denuncia contro il celebre museo della “grande mela”. Lui è John Bonafede, un artista che nel 2010 aveva posato nudo al Museum of Modern Art di New York City quando, secondo quanto ha riferito nell’esposto con cui ha intentato la causa all’iconica istituzione museale, sarebbe stato palpeggiato nella zona genitale da alcuni visitatori. E in almeno sette, diverse occasioni. Sempre da uomini più anziani, e in un modo «stranamente simile»: il tutto mentre partecipava alla mostra di Marina Abramovic, The Artist is Present.

Artista americano fa causa al Moma: «Ho subito palpeggiamenti sessuali alla performance di Marina Abramovic»

L’uomo ce l’ha soprattutto con il museo che, a sua detta, non lo avrebbe tutelato, nonostante già a suo tempo avesse segnalato le molestie mentre era ancora alle prese con l’esibizione. Una performance ideata e messa in scena dalla creativa serba naturalizzata statunitense, attiva dagli anni Sessanta sul fronte dell’esplorazione delle relazioni tra l’artista e il pubblico, e sul contrasto tra i limiti del corpo e le possibilità della mente. Così, in linea con la ricerca estetica della performer, all’attore selezionato era stato chiesto di restare immobile appoggiato allo stipite di una stretta porta del museo. Nudo e impassibile. Di fronte a lui, una collega donna: a sua volta posizionata sullo stipite di fronte. Sempre come mamma l’ha fatta. In mezzo a loro, poi, i visitatori chiamati a passare in mezzo a quei corpi esibiti come statue viventi.

L’esibizione artistica prevedeva che due attori posassero nudi e immobili su una porta

Tutto comincia, allora, e si concentra, nei giorni del 2010, quando Bonafede accetta di posare nudo per la performance. Secondo la causa incardinata, che ricostruisce e denuncia i fatti – depositata lunedì 22 gennaio presso la Corte Suprema dello Stato di New York – i presunti “incidenti” sessuali sarebbero avvenuti tutti durante l’esecuzione di Imponderabilia (1977), un’opera che coinvolge un performer uomo e una performer donna completamente immobili e nudi ai lati di una stretta porta. Durante la mostra al MoMa e in altri allestimenti di Imponderabilia – compresa la recente mostra della Abramović alla Royal Academy di Londra – i visitatori sono stati incoraggiati a passare tra i performer. Il che, spesso, ha portato a contatti fisici accidentali tra avventori e protagonisti dell’esibizione, nudi.

I visitatori invitati a passare in mezzo ai corpi nudi dei due performer

Secondo la denuncia di Bonafede, allora, lui sarebbe stato aggredito sessualmente sette volte, da ben cinque diversi visitatori, e sempre mentre era immobile durante l’andirivieni della gente. Sul caso riferisce in particolare un articolo di “The Art Newspaper” che, secondo quanto riporta l’Adnkronos, nel dare conto della vicenda, segnala che l’atto di citazione sostiene che anche le interpreti femminili di quell’opera, così come quelle che partecipavano ad altre parti della mostra, sarebbero state vittime di aggressioni sessuali e di «toccamenti sessuali non consensuali su base regolare». In particolare, però, da quanto si evince sulla denuncia, gli interpreti maschili di “Imponderabilia” sarebbero stati sottoposti a palpeggiamenti genitali, si legge nella causa, che le interpreti femminili non hanno subìto, pur avendo dovuto incassare altre forme di contatto sessuale non consensuale.

L’artista sostiene di essere stato aggredito sette volte durante la sua esibizione

Non solo. A detta di Bonafede lui e altri 35 performer ingaggiati dal MoMa per la mostra avevano partecipato a un processo di formazione di cinque giorni prima dell’esibizione. Un percorso formativo il cui risultato puntava a insegnare agli attori a «resistere, indipendentemente dalle trasgressioni che potevano verificarsi durante una performance dal vivo». Ciononostante, la causa sostiene che il MoMa alla fine assunse un “direttore di scena” e, a circa un mese dall’inizio della mostra, creò un manuale che delineava un sistema per «avvertire il personale del MoMa se fossero stati vittime di palpeggiamenti o toccamenti sessuali non consensuali. O se si fossero sentiti in pericolo».

la denuncia: quanto subìto gli ha danneggiato «salute mentale e carriera»

Secondo la denuncia, allora, Bonafede ha riferito quattro delle cinque presunte aggressioni sessuali al personale del MoMa. E la struttura, in risposta, ha a sua volta espulso gli autori (uno dei quali, riporterebbe l’esposto, era un membro del museo). Indipendente dai molestatori, però, e dal profilo sociologico a cui rimandano, resta il fatto che, quanto subìto, ha causato all’attore «anni di sofferenza emotiva». Oltre ad aver «danneggiato in modo sostanziale la sua salute mentale. L’immagine del suo corpo. E la sua carriera».

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