Askatasuna, Piantedosi chiede lumi sulla “promozione” del centro sociale campione di violenze
Lo scandalo del centro sociale Askatasuna, ‘benedetto’ dal sindaco di Torino Stefano Lo Russo, si ingrossa. Dopo la delibera di giunta per il riconoscimento dell’edificio occupato da 28 anni come bene comune della città e le proteste sollevate dal centrodestra, il dossier è finito sul tavolo del Viminale. Oggi il ministro Matteo Piantedosi ha annunciato di volerci vedere chiaro.
Askatasuna, Piantedosi chiede chiarimenti sulla delibera di giunta
“Si tratta di un’iniziativa, sulla quale ho chiesto elementi di approfondimento alla Prefettura di Torino. Ma che, tuttavia, induce a sottolineare, sin d’ora, come non possa e non debba costituire, in alcun modo, una sorta di legittimazione. O addirittura di premio per l’operato di un centro sociale che si è distinto negli anni per l’esercizio della violenza. Piuttosto che per il dialogo e il confronto democratico orientato al bene comune”. Piantedosi ha spiegato poi che ”il centro sociale Askatasuna, riconducibile all’area dell’antagonismo torinese, occupa abusivamente dal 1996 un immobile di proprietà del Comune, in precedenza destinato ad uso scolastico”.
I bravi ragazzi del centro sociale accusati di associazione a delinquere
Askatasuna risulta essere la cabina di regia di molte proteste No Tav e delle manifestazioni studentesche sfociate in scontri con le Forze di polizia. “Attualmente – ricorda il ministro dell’Interno – i referenti storici del centro sociale, 26 persone, sono coinvolti in un processo nel quale sono accusati di associazione per delinquere. In una recente pronuncia, la Corte di Cassazione ha evidenziato che Askatasuna avrebbe creato, soprattutto in Val di Susa, un vero e proprio ‘laboratorio di sperimentazione’ per quanto riguarda le violenze”. Una lunga storia costellata di violenze e reati, non proprio un modello sociale inclusivo e democratico da onorare come “bene comune” per la città di Torino.
Il centrodestra lancia una petizione per l’annullare la delibera
La benedizione del centro sociale da parte dell’amministrazione comunale (che vorrebbe applicare il regolamento dei beni comuni approvato dall’ex sindaco grillino Chiara Appendino) ha indignato Fratelli d’Italia. Che da subito ha denunciato il sodalizio tra il sindaco Lo Russo e gli antagonisti di di Askatusuna. Il centrodestra annuncia una delibera di iniziativa popolare “per chiedere di annullare gli effetti della delibera di Giunta che legalizza il centro sociale Askatasuna”. Ne dà notizia il capogruppo di FdI al Comune, Giovanni Crosetto, per il quale “quello che è successo è vergognoso e lontano da ogni principio di legalità e di rispetto dello stato di diritto”.
Perché non utilizzare l’edificio per fare qualcosa di serio?
Perché non utilizziamo l’immobile per farne qualcosa di serio? è la domanda provocatoria degli esponenti locali di Forza Italia al primo cittadino. “Lo Russo ha scritto una delle pagine peggiori della storia della città. Rendendo bene comune, anzi di più, patrimonio della nostra comunità locale l’eversione e l’illegalità. Una scelta surreale e vergognosa nei tempi e nei modi”. Anche il governatore del Piemonte, Alberto Cirio, scende in campo: “Da sempre sono il primo a difendere la libertà di chiunque di esprimere il proprio pensiero, qualunque esso sia. Però deve essere fatto quando viene garantito il presupposto della legalità che è per me fondamentale”.