Blitz anti-droga a Caserta: 13 arresti, compresi pusher africani che facevano riti vudù per propiziare lo spaccio
Tredici arresti e due fermi in flagranza eseguiti nelle province di Caserta, Salerno e Teramo su oltre 400 episodi di spaccio e più di 500 grammi di droga sequestrati dopo la maxi operazione condotta da cento unità dei carabinieri della Compagnia di Santa Maria Capua Vetere nelle zone assediate dai pusher di Castel Volturno che, da quanto emerge, eseguivano persino riti vudù per propiziare i loro traffici. Attività illecite che continuano a segnalare Castel Volturno come una delle zone rosse dello spaccio campano, che si estende per 74 km quadrati e conta su diversi presidi, comprese delle vere e proprie “crack house” utilizzate come punto d’appoggio dove poter consumare le droghe acquistate.
Droga, maxi blitz delle forze dell’ordine: 13 arresti. In manette anche pusher africani che facevano riti vudù
Un territorio su cui oggi l’operazione delle forze dell’ordine ha visto scendere in campo tra arresti, sequestri e perquisizioni – oltre ai ai 100 militari – 40 mezzi, 20 uomini delle squadre speciali Sos (solitamente impiegate in attività antiterrorismo) e anche 4 unità cinofile: due per la ricerca di droga (con i cani Axel e Attila) e due per la ricerca di armi ed esplosivi (Ave e Athos). Dunque, i numeri del maxi blitz di oggi parlano chiaro: oltre 400 episodi di spaccio in un anno. 13 arresti nelle province di Caserta, Salerno e Teramo.
Droga, operazione nel Casertano: i numeri dell’imponente blitz dei carabinieri
Un imponente corpo delle forze dell’ordine che ha visto in prima linea i carabinieri della Compagnia di Santa Maria Capua Vetere, coadiuvati dai Reparti territorialmente competenti e da asseti specialistici dell’Arma. Tutti impegnati a dare dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari, emessa dal gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta della Procura, nei confronti di 13 persone (12 in carcere e 1 ai domiciliari), ritenute responsabili di spaccio di sostanze stupefacenti.
Droga e non solo: i riti vudù per propiziare lo spaccio. Le indagini
Come spiega l’Adnkronos in un servizio che ricostruendo indagini e maxi blitz dei militari, il provvedimento cautelare costituisce l’esito di un’articolata attività investigativa diretta dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere. E condotta dalla Stazione Carabinieri di Grazzanise tra il mese di novembre 2020 ed il mese di novembre 2021 che, anche attraverso attività tecniche, ha consentito di accertare le responsabilità, a vario titolo, nello spaccio di sostanze stupefacenti in capo agli indagati (1 ghanese, 5 nigeriani, 5 italiani, 1 tunisino ed 1 venezuelano). Uomini nei confronti dei quali sono stati contestati quasi 400 episodi di cessioni di droga, prevalentemente eroina e cocaina, su cui, per propiziarsi lo spaccio, alcuni pusher eseguivano riti vudù. E non è neppure la prima volta che accade…
Quei riti propiziatori coi trafficanti operativi in Africa…
In particolare – si legge in una nota a firma del procuratore Pierpaolo Bruni riportata dall’agenzia di stampa – è stata riscontrata una piazza di spaccio a Castel Volturno gestita dagli indagati africani, che rivendevano anche a pusher delle province di Salerno, Teramo e Perugia. Nonché nel Comune di San Felice al Circeo. Nel corso delle indagini sono stati arrestati in flagranza di reato 6 pusher. Inoltre, è emerso che alcuni degli indagati extracomunitari avevano contatti con trafficanti di stupefacenti operativi in Africa, in particolare in Malawi. Come con un uomo in Nigeria, sempre al fine di sottoporsi ad un rito “vudù” propiziatorio per scongiurare possibili eventi negativi nello svolgimento degli affari illeciti.
La pratica del rito vudù per propiziare traffico e spaccio di droga
Del resto, non è neanche la prima volta che per “blindare” la riuscita di traffico e spaccio di droga, – dal trasferimento delle sostanze stupefacenti alla commercializzazione delle droghe affidate ai pusher – che narcotrafficanti africani scelgono di affidarsi ai riti voodoo. Commissionato a un santone o a chi per lui. Negli anni la cronaca ha registrato spesso – e da Caserta a Brescia. Passando per Napoli, Firenze e Trento – il ricorso a questa pratica. Con tanto di riti propiziatori. Preghiere agli spiriti e invocazioni a pratiche “magiche”. Tutti espedienti finiti nel mirino degli inquirenti. E seguiti poi da denunce e arresti.