Cane morde la manager di Briatore in Kenya, arresti domiciliari per un’avvocatessa di Bergamo

13 Gen 2024 16:01 - di Leo Malaspina

“Il 28 dicembre ho scoperto che la polizia turistica del Kenya voleva vedermi”, racconta l’avvocatessa Rita Duzioni. “Quando mi sono presentata mi hanno arrestata, mi hanno preso le impronte digitali, mi hanno notificato il capo di imputazione e trasportata in tribunale. Qui hanno stabilito una cauzione e mi hanno ritirato il passaporto“. La storia della Duzioni ha dell’incredibile: uno dei suoi cinque cani ha morso la manager del resort kenyota di Flavio Briatore, per colpa di un custode che ha lasciato aperta una porta, e lei è stata accusata di omessa custodia anche se al momento dei fatti era in Italia, perché considerata responsabile del comportamento degli animali di sua proprietà.

La storia del cane che morde la manager di Briatore e lei denuncia la proprietaria

A riportarlo sono diversi quotidiani, tra cui il ‘Corriere della sera’. I fatti risalgono ad aprile 2023, quando a Malindi uno dei cinque cani della donna che si trovavano al residence all’Adamson Place, dove l’avvocatessa soggiorna durante l’anno, ha morso al polpaccio Chetrin Gelmi, bresciana da sette anni a Malindi e dal 2019 manager director del resort ‘Lion in the Sun’, di Briatore situato di fronte.

Il 16 aprile scorso una guardia addetta al controllo aveva dimenticato di chiudere il cancello dell’Adamson Place, che Duzioni usa insieme a tutta la sua famiglia. I cinque suoi cani sono usciti dalla sua proprietà. Uno di loro incontra la manager Gelmi con il suo cane. A quel punto, racconta Duzioni, la manager ha ricevuto un morso al polpaccio con dieci punti di sutura e dieci giorni di prognosi.

Duzioni trova un accordo per il risarcimento danni con Gelmi e le invia i soldi richiesti. Ma poi succede che in Kenya parte un processo.  Anche se l’avvocatessa non era in Kenya è stata accusata lo stesso: “In quel periodo ero stata contattata dalla signora – ha spiegato l’avvocatessa – e avevamo concordato un risarcimento di 400 euro, che avevo versato, ricevendo un messaggino di ricevuta che però purtroppo non ho più”.

Dall’accordo alla richiesta di 20mila euro

La vicenda però non si è chiusa. Una volta tornata a Malindi, Duzioni è stata contattata dalla polizia turistica. “Quando mi sono presentata mi hanno fermata, mi hanno preso le impronte digitali, mi hanno notificato il capo di imputazione e trasportata in tribunale. Qui hanno stabilito una cauzione e mi hanno ritirato il passaporto” spiega ancora la donna. Il 2 gennaio è iniziato il processo. Duzioni ha proposto di versare altri 500 euro, basandosi sul fatto che in Italia danni di quel tipo prevedono risarcimenti per circa 800 euro.

Ma durante una seduta, spiega l’avvocatessa, “il legale della querelante mi ha mostrato un foglio con il quale mi ha chiesto il pagamento dell’equivalente di 20 mila euro per ritirare la denuncia e farmi riavere il passaporto”. La dichiarazione fa parte della denuncia con la quale l’avvocatessa accusa Chetrin Gelmi e il suo avvocato di estorsione, chiedendo anche di riavere il passaporto e di poter tornare in Italia. “C’è un processo in corso e non voglio entrare nel merito dei fatti” ammette.

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