Emanuela Orlandi, sit-in a Roma per la verità. Il fratello: “I suoi resti a Santa Maria Maggiore? Si indaghi”

13 Gen 2024 19:50 - di Alessandra Danieli

“Mi basterebbe fare un passo avanti. Mi piacerebbe una parola di papa Francesco, visto che ha chiesto l’apertura di questa inchiesta in Vaticano, che alzasse un po’ la voce. Dovrebbe dire: ‘io vi ho detto di andare avanti e ancora stiamo così?’. Una parola per dire stiamo facendo qualcosa, vogliamo arrivare alla verità quanto prima”. Parola di Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, durante la manifestazione in piazza Cavour a Roma (davanti al Palazzaccio) per continuare a chiedere verità e giustizia per la cittadina vaticana, figlia di un messo pontificio, scomparsa il 22 giugno 1983. Fu ‘risucchiata’ nel tragitto di pochi metri che separa la Basilica di Sant’Apollinare, sede della scuola di musica della ragazza, dalla fermata del bus che avrebbe dovuto riportarla a casa.

Caso Orlandi, sit-in con il fratello: il papa parli

“La scelta di Piazza Cavour come sede di fronte al Palazzo di Giustizia è simbolica – spiega Pietro –  dal momento che la giustizia è mancata per più di 40 anni”. Dopo anni di piste cadute nel vuoto e due inchieste archiviate, lo scorso anno, il Vaticano ha aperto la prima inchiesta che a oggi pare non abbia ancora tirato fuori nulla sul destino della ragazza. Un silenzio che si associa a quello sulla commissione parlamentare d’inchiesta approvata pochi mesi fa. Da 40 anni non si arrende e chiede di essere ascoltato. ».

“Da 40 anni chiedo giustizia, spero nella commissione parlamentare”

“Da 40 anni chiedo giustizia: faccio solo quello che va fatto. Mi auguro che entro febbraio possa partire la commissione parlamentare”. Orlandi non nasconde di avere dubbi e di temere rallentamenti. “Tutti mi stanno dicendo che si farà presto. La procura non ti dice mai cosa sta facendo, ma so che stanno lavorando. Mi hanno detto che il pm Stefano Luciani, il magistrato di Roma che si occupa dell’inchiesta, sta lavorando parecchio”. Meno convinto che il Vaticano voglia andare fino in fondo. “L’ultima uscita del promotore di giustizia Diddi mi è dispiaciuta”, ha aggiunto definendolo un uomo scaltro. “Ha detto  ‘arriveremo alla fine, ma non abbiamo limiti di tempo’. Una frase così non puoi dirla dopo 40 anni”. E  mostra per la prima volta il memoriale consegnato ormai un anno fa con la lista da lui stilata dei personaggi ‘eccellenti’ da ascoltare.

Il giallo dei resti a Santa Maria Maggiore

Infine il giallo sui possibili resti di Emanuela. Potrebbero essere a Santa Maria Maggiore? Pietro Orlandi cita il cardinale Santos Abril y Castello, ex arciprete di Santa Maria Maggiore, e l’ex ministro della Cultura, Dario Franceschini. Del primo dice che era a conoscenza di questa situazione. “Nel 2014 è uscito che erano stati fatti dei lavori al campo Santo teutonico. E dai messaggi whatsapp tra due funzionari vaticani emerge che avevano scoperto che sotto quelle tombe è stato trovato qualcosa. C’era qualcosa in quella cassa – dicono – e quella cassa è stata consegnata e io l’ho portata a Santa Maria Maggiore. Se vuoi la conferma di questo – aggiunge – devi chiedere al ministro dei Beni Culturali dell’epoca, Franceschini, perché sono andati insieme da lui. E che ci vuole a chiedere a Franceschini, scusi lei nel 2014 ha autorizzato dei lavori a Santa Maria Maggiore? E si fanno delle indagini, si va lì e si vede, che ci vuole?”.

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