Chef Rubio fermato dalla polizia: andava a un sit-in pro Palestina con una tanica di sangue animale

26 Gen 2024 17:55 - di Angelica Orlandi
Chef Rubio

Uno chef Rubio sempre fuori controllo è stato fermato dalla polizia per un controllo a Roma. Era diretto alla Franesina per un sit in contro Israele e a favore della Palestina, munito di una tanica in plastica. E dentro, con grande stupore degli stessi agenti, c’erano cinque litri di una sostanza, che a una prima analisi, potrebbe essere sangue animale. Chef Rubio non ha mai nascosto le sue posizioni pro-Palestina. Le polemiche furibonde che hanno scatenato i suoi post sui social parlano per lui. Ai funzionari del commissariato Prenestino ha quindi confermato che si stava recando davanti alla Farnesina per protestare. Poi ha parlato anche di una protesta per una presunta censura di cui sarebbe stato vittima per la sua partecipazione ad un programma televisivo argentino. In questo sit-in davanti alla Farnesina alcuni manifestanti hanno tentato di imbrattare di rosso la bandiera di Israele. I manifestanti hanno esibito striscioni anti governativi in chiave anti-Israele.

Chef Rubio fermato: era diretto a un sit-in pro Palestina con una tanica da 5 litri

Chef Rubio riguardo al liquido trovato nella sua auto si è giustificato in modo bizzarro. Affermando che si trattava di sangue bovino e suino ed era destinato ad usi culinari. A seguire il personale della polizia Scientifica ha proceduto alla campionatura della sostanza per le analisi, e in base all’esito procederà a norma di legge. “Ogni sabato abbiamo marciato e ogni sabato marceremo finché la Palestina non tornerà libera”, è stato il tenore del comunicato di Chef Rubio letto dai manifestanti. Poi ha aggiunto altre farneticazioni, al solito condite di narcisismo: ” Non siamo qui per me. Siamo qui perché vogliamo la liberazione del popolo palestinese dagli oppressori sionisti – le parole scritte nel comunicato – e dai loro mandanti. Per dire che non ci piegheremo mai agli arroganti e alle censure, alle minacce mafiose e alle persecuzioni”. Un provocatore in cerca di visibilità, come sempre, che Meloni “sistemò” per bene per i suoi post contro le forze dell’ordine.

Chef Rubio prima provoca, poi si lagna per una presunta censura

Per quanto riguarda le lagne per una sua presunta censura la storia è più articolata. Il riferimento è a un’iniziativa enogastronomica dell’Istituto italiano di Cultura di Córdoba, in Argentina. A cui Rubini aveva partecipato, come attesterebbero alcuni video, indossando la maglia palestinese. Video che però – riporta l’Ansa–  sostengono i manifestanti, “sono stati poi rimossi dalle pagine ufficiali dell’Istituto Italiano di Cultura di Córdoba: organismo del locale consolato italiano”. “La censura avveniva poche ore dopo che lo stesso Rubio aveva condiviso gli stessi video sui propri canali social, lanciando un messaggio di solidarietà verso la Palestina e riprendendo un momento dell’iniziativa in cui semplicemente indossava una maglietta con la bandiera palestinese”.

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