Chiara Ferragni, si indaga anche sulla bambola Trudi. Il filone si aggiunge al pandoro e alle uova
Una tegola al giorno per Chiara Ferragni. Ora si indaga anche sulla sua bambola. Una bambola alta 34 centimetri che riproduce l’immagine dell’influencer e che potrebbe complicare ancora più l’indagine sul legame tra lei e gli intenti benefici. I pm di Milano e la Guardia di Finanza che indagano sul pandoro Balocco e sull’uovo di Pasqua di Dolci Preziosi starebbero lavorano anche su quest’altro filone. E’ il quotidiano La Verità che fa luce su quest’altra tegola all’orizzonte. Il prezzo di questa bambola-mascotte è sceso da 34,99 a 24,99 euro. Si tratta della Trudi-Limited Edition che venne presentata così:
Chiara Ferragni, si indaga anche sulla bambola Trudi
«Visto che molti di voi hanno amato la bambola Chiara Ferragni che creammo per il nostro matrimonio (con il rapper Fedez, ndr) abbiamo deciso di creare un’edizione limitata della Chiara Ferragni Mascotte: si vende ora su The Blonde Salad e tutti i profitti andranno a Stomp out bullying, un’organizzazione no profit per combattere contro il cyberbullismo, un argomento molto vicino al mio cuore». L’associazione citata da Chiara Ferragni si occupa di lotta all’omofobia e alla discriminazione.
Chiara Ferragni, la bambola e la beneficenza: inchiesta della “Verità”
Ora, dopo la beneficenza farlocca di Pandoro e uova di Pasqua su cui si sta facendo luce, gli investigatori vogliono vedere chiaro anche sulla beneficenza legata alla bambola Trudi- Limited Edition. E controllare in che modo sia stata effettuata la distribuzione dei denari incassati dalla vendita. Occhioni azzurri e sguardo sognante, lunghi boccoli ad incorniciarle il volto, un tocco di blush a rendere glamour anche la sua versione mini. La bambola Trudi si aggiungerebbe, così,m al pandoro e all’uovo di Pasqua.
Chiara Ferragni, lo store drammaticamente vuoto
Uno scorcio di 2023 e un inizio di nuovo anno drammatici per l’ummagine di Chiara Ferragni, passata dagli altari alla cenere. E già lunedì – informa l’inchiesta del quotidiano di Belpietro- il procuratore aggiunto Eugenio Fusco potrebbe iscrivere nel registro degli indagati proprio l’influencer e chi ha lavorato agli altri due progetti. Mentre la Guardia di Finanza ha acquisito tutta la documentazione dell’Antitrust sul pandoro; mentre il caso dell’uovo di Pasqua è ancora sotto esame, nel frattempo si investiga anche sugli altri casi di beneficenza dichiarata. L’obiettivo è controllare se ogni volta che è stata usata la parola “beneficenza” lo si sia fatto correttamente. E su questo ambito c’è anche un altro ambito: quello del cachet di Sanremo dell’anno scorso. Ferragni decise di devolvere il suo compenso per la conduzione (centomila euro) alla Di.Re. (Donne in Rete contro la violenza).
L’ex presidente del Bambin Gesù: “La pubblicità della beneficienza non è la strada giusta”
E mentre i passanti stanno “schizzando” lo store di Milano dell’influencer; mentre gli sponsor – vedi Coca-Cola- fuggono, i follover – stima il Giornale- calano di giorno in giorno. E a proposito di intenti benefici, interviene anche l’ex presidente del Bambin Gesù, Mariella Enoc. Che in un’intervista a La Stampa afferma che la pubblicità della beneficenza non è la strada giusta da percorrere; e che gli ospedali sbagliano con l’influencer: «Personalmente sono sempre stata prudente, ho evitato di concedere il logo del Bambino Gesù per iniziative pubblicitarie».