Conte al Giurì d’onore cerca il teatrino: “Sul Mes voglio giustizia, ho una montagna di documenti”
Giuseppe Conte ha smesso per un giorno i panni dell’avvocato del popolo ed è diventato l’avvocato di se stesso. Un teatrino a uso di fotografi e giornalisti, in occasione della riunione del Giurì d’onore, dove è stato ascoltato per circa un’ora e mezza per controbattere alle accuse della Meloni sull’approvazione del Mes “con il favore delle tenebre”.
Conte è intervenuto davanti al Giurì d’onore di Montecitorio, chiesto da lui stesso per accertare quelle che il leader del M5s ha definito “le menzogne denigratorie del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni”, in Aula, sul Meccanismo europeo di stabilità.
Conte al Giurì tra teatrino e ricerca di visibilità
Il presidente del M5S si è presentato con una ”montagna di documenti”, circa ”un centinaio di pagine” che sono state oggetto della sua audizione, a partire da una memoria preparata dallo stesso Conte e illustrata alla Commissione speciale in cui il leader del M5S ha ripercorso la storia parlamentare del dossier Mes. Memorie per dimostrare che sia lui, in qualità di presidente del Consiglio, sia i ministri competenti, siano intervenuti almeno 40 volte in Parlamento per parlare di Mes e di Unione bancaria e monetaria. Rispondendo così alle accuse che gli erano state rivolte dal premier Meloni che aveva parlato di “Parlamento saltato” e di “aver firmato il Mes con il sangue degli italiani” e “con il favore delle tenebre”.
Domani a mezzogiorno l’audizione del premier Meloni
Ai cronisti ha reiterato la sua arringa. “Voglio giustizia – ha tuonato Conte – Rivendico soltanto che non si crei un precedente che non sia consentito a nessuno di venire in Parlamento a ribaltare la verità dei fatti, avvalendosi di tutta la potenza mediatica, con espressioni ed accuse fortemente gravi ed offensive rilanciate da tutti i notiziari, da tutta la stampa”.
Domani venerdì 19 gennaio, alle 12 verrà ascoltata Meloni. La Commissione speciale di indagine è presieduta da Giorgio Mule’ (FI) e composta da Fabrizio Cecchetti (Lega), nel ruolo di segretario, Alessandro Colucci (Nm), Stefano Vaccari (Pd) e Filiberto Zaratti (Avs). Il Giurì riferirà all’Assemblea entro il 9 febbraio.