Contraste – Milano

8 Gen 2024 0:01 - di Redazione

Contraste
Via Giuseppe Meda, 2 – 20136 Milano
Tel. 02/49536597
Sito Internet: www.contrastemilano.it

Tipologia: ricercata
Prezzi: menù degustazione 170€
Chiusura: mai

OFFERTA
In tanti, a Milano e oltre, pensano che lo chef uruguaiano Matias Perdomo sia una sorta di genio. E, in parte, lo pensiamo anche noi. Per la capacità di connettere le esperienze personali con i prodotti locali, per l’insolita abilità di combinare gusto, materia prima e tecnica, per la coraggiosa scelta di rottura con il tradizionale menù che qui, infatti, non c’è: dal sito, è possibile scoprire, con un po’ di fatica, che il “non menù” porterà al tavolo 10 passaggi a 170€; ma in realtà sono molti di più, nel nostro caso ben 22 tra salati e dolci, davvero tanti come le tre ore passate al tavolo. Infine, per l’importanza che Matias riserva a uno dei nostri cinque sensi, che, prima dei social e degli influencer, non veniva molto utilizzato nell’atto del pasto: la vista. Gli “assaggi” di Contraste spesso non sono quello che sembrano ma in modo diverso rispetto alle invenzioni “chimiche” di scuola spagnola: qui il nostro cervello di gourmet riconosce la “forma” della pietanza, mentre il gusto scopre tutt’altro e la mente va al ricordo di come il piatto avrebbe dovuto essere e non è. Sensazione divertente, straniante e, di solito, molto gustosa. Tutto ciò è lampante in alcuni piatti divenuti classici nell’unico “percorso” gastronomico disponibile: i famosi appetizer serviti nella scatola nera dalla quale è possibile sbirciare (fragola di peperone ripieno di salsa tonnata, crème brûlée di foie gras e fichi, sarda sferificata in saor), la bellissima cipolla rossa soffiata ripiena di caprino, il “donut” che in realtà è una lasagna scomposta e ricomposta o il risotto alla milanese con ossobuco che si presenta sotto forma di tortellini in brodo. Se quanto scritto finora rappresenta la singolare peculiarità del locale, l’attrazione che continua a convincere schiere di fan entusiasti finisce poi per essere anche il suo più grande limite. Da un lato la necessaria ripetitività di alcune portate nell’ambito del percorso – scelta imprescindibile quando, in una serata standard, escono dalla cucina 800/1000 piattini, tutti di esecuzione perfetta – che porta noi a raccontarvi, in fondo, solo 4 assaggi realmente nuovi rispetto alla visita precedente; dall’altro, la scelta impossibile, il doversi “accontentare” di ciò che lo chef propone, di seguirlo nella sarabanda delle sue invenzioni culinarie per terminare il pasto sicuramente sazi e appagati ma senza l’intima convinzione di aver mangiato per davvero (per inciso, in tavola non è arrivata nemmeno una briciola di pane). Detto della bontà di alcuni degli assaggi noti, onde evitare l’effetto “elenco della spesa” ci limitiamo, tra gli altri, a citare ancora gli squisiti noodles di capesante, parmigiano e dashi, l’impeccabile pluma di maiale iberico con burrata e ricci di mare; minore entusiasmo, invece, per la torta di polpo e patate (con tanto di ventose sulla fetta) e per la c.d. cotoletta alla milanese che in bocca richiama solo la zucchina e la carne con cui è composto il piatto. Tra le novità, abbiamo trovato ottima solo la rosa di scampi e chevice, mentre strepitosi sia il citato risotto alla milanese, sia un gustosissimo rognone di coniglio, anguilla affumicata e aceto; una vera delusione il piccione in crosta di zucchero, asciutto e insipido al palato. Chiusura choc con la pallottola di cioccolato del Pulp Fiction, dolce scomposto a base di cocco, subito compensata dall’impagabile torta alle rose, la migliore mai assaggiata. Sottoestratto e debole al gusto il caffè di chiusura.

AMBIENTE
Dalla trafficata Via Meda, dopo aver attraversato un piccolo cortile, si passa d’incanto alla tranquillità della grande sala, tutta sui toni del bianco, con le sole tovaglie sui tavoli; quadri e lampadari di colori squillanti movimentano la scena.

SERVIZIO
Un punto di forza del ristorante: cortesia e gentilezza non sembrano mai forzate così come l’attenzione a ogni esigenza del cliente; di gran livello il team dei sommelier.

Recensione a cura di: Milano de La Pecora Nera – ed. 2022 – www.lapecoranera.net

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