Corte dei Conti, Degni tutt’altro che pentito dei veleni contro il governo. FdI stana il Pd che tace
Non solo non si dice pentito, ma anzi: Marcello Degni rivendica le sue parole finite all’indice che lo hanno travolto in una bufera di polemiche. Che hanno subissato immagine e ruolo di dubbi sulla terzietà che il suo ruolo di consigliere” della Corte dei Conti dovrebbe prevedere di default. E subissato di recriminazioni e proteste in merito a un’equidistanza istituzionalmente dovuta, ma di di fatto rinnegata nel post social all’origine dello scandalo. Degni, travolto dalle critiche, non solo non fa ammenda per quelle espressioni virulente rivolte all’esecutivo di centrodestra che avrebbe voluto «far sbavare di rabbia» sulla «manovra blindata». Ma neppure ha cancellato il post su X indirizzato a Elly Schlein per criticare e rimarcare con acrimonia il mancato ostruzionismo sulla Legge di Bilancio.
Degni, tutt’altro che pentito, rivendica parole e acrimonia
E così, mentre la Corte dei Conti annuncia un esame sul caso esploso in tutto il suo vigore ieri, Degni si preoccupa di far sapere in un’intervista a La Stampa, che sta preparando una relazione per giustificare le sue azioni. Ma intanto, dice, «più ci penso e più sento di aver fatto la scelta giusta». E allora oggi, dopo la levata di scudi di ieri, il bis di oggi rinfocola proteste, commenti e dichiarazioni ufficiali, che tornano a dominare la scena, più vivide che mai. Recriminazioni che coinvolgono, ad ampio raggio, chi sul caso tace (e nel silenzio acconsente): la sinistra.
Malan stana il Pd: «Su Degni inaccettabile silenzio dei dem»
«A ventiquattrore ore dalla notizia dello scandaloso commento social del consigliere della Corte dei Conti Degni da Elly Schlein e dagli esponenti del Pd soltanto silenzio. Parla soltanto Degni che in una delirante intervista a La Stampa, non solo non fa ammenda delle sue inaccettabili dichiarazioni. Ma addirittura le difende», tuona in mattinata il capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, Lucio Malan, che poi aggiunge: «Un silenzio inaccettabile perché sono stati proprio i Dem a nominare Degni alla Corte dei Conti, in particolare l’attuale commissario europeo Paolo Gentiloni il quale anche lui, non da meno dei suoi compagni di partito, si tiene alla larga dal commentare».
L’interrogazione di Fratelli d’Italia: «Va fatta chiarezza»
«Purtroppo, l’ex premier – prosegue l’esponente di FdI – si mostra loquace soltanto quando c’è da bacchettare il Governo andando contro gli interessi italiani. Quelli che Degni voleva mettere in pericolo proponendo ai “suoi” parlamentari di far «sbavare» la maggioranza e mandare l’Italia all’esercizio provvisorio. Per non parlare di altri post dove esalta Toni Negri e il comunismo. Ritorna con le accuse al commissario Luigi Calabresi, le stesse che armarono moralmente la mano ai suoi assassini. Come Fratelli d’Italia presenteremo un’interrogazione e chiederemo che anche Degni sia audìto in commissione Affari costituzionali, perché va fatta chiarezza. E non è accettabile che un magistrato contabile si lasci andare a simili farneticanti dichiarazioni come un hater qualunque», conclude Malan.
La Schlein batta un colpo
E a stretto giro, sulla stessa linea arrivano le dichiarazioni del vicepresidente di Fratelli d’Italia in Senato, Salvatore Sallemi. Il quale, sul caso che sta infiammando l’agenda politica, a sua volta asserisce senza “se” e senza “ma”: «La pervicacia con la quale il consigliere della Corte dei Conti Marcello Degni insiste nell’attaccare le istituzioni che peraltro lui stesso rappresenta, ci spinge verso una interrogazione parlamentare per chiedere la verifica degli atti e sentenze messi in campo da questo magistrato contabile che tutto fa, meno che esercitare il suo ruolo imparziale, come invece dovrebbe essere. E in tutto questo – sottolinea anche Sallemi – registriamo il silenzio assordante del segretario del Pd Schlein a cui chiediamo una condanna netta per quanto esternato da questo giudice fazioso».
«Con Degni la misura è colma»
Dal Pd, nel frattempo, ancora nessuno un batte un colpo. Così, anche il vicecapogruppo vicario di Fratelli d’Italia al Senato, Raffaele Speranzon, rilancia l’iniziativa di un’interrogazione parlamentare, e afferma: «L’insistenza con la quale il consigliere della Corte dei Conti Marcello Degni continua nell’attaccare Governo e Parlamento sarebbe già di per sé sufficiente per chiederne le dimissioni immediate. Come Gruppo di Fratelli d’Italia presenteremo una interrogazione perché la misura è colma». E ancora: «Vogliamo e pretendiamo di sapere come, dal momento della sua nomina, questo magistrato abbia agito. Perché per la sua condotta indecente tutto lascia pensare che non sia stato imparziale nelle sue decisioni. I giudici lo devono essere. Non è accettabile che si spingano a esternazioni come quelle che abbiamo letto. E ci aspettiamo una condanna inequivocabile dal Pd e dalla Schlein che invece ancora si fa attendere».
Degni “indegno” nel ricoprire ruolo di terzietà: «La locuzione “nomen omen” nel suo caso è errata»
Infine, è di poco fa la puntuale – e ironica – osservazione sul punto registrata da Francesco Michelotti, deputato di FdI che su Degni – e la sua tutt’altro che riparatoria intervista al quotidiano torinese – ha commentato: «L’intervista odierna e la lettura di tanti altri post su X del dottor Degni inducono ritenere che la locuzione “nomen omen” nel suo caso sia errata. Per ciò che scrive e posta vale l’esatto contrario: è “indegno” che possa svolgere un ruolo terzo in un organo costituzionalmente rilevante. La prossima adunanza del Consiglio di Presidenza chiamata a valutare le dichiarazioni del dottor Degni agisca in maniera risoluta e netta». Aggiungendo in calce: «Chi quotidianamente esterna pubblicamente sui canali social mostrando acrimonia, faziosità e partigianeria inaccettabili – chiosa Michelotti – per chi dovrebbe non solo essere imparziale. Ma anche apparire tale. Deve essere censurato ed abbandonare il ruolo di garanzia e terzietà ricoperto». Pd e colleghi battano un colpo…