Elly Schlein e Arianna Meloni: il vittimismo sta tutto a sinistra. Il Pd senza poltrone non sa sopravvivere
Arianna Meloni, intervenendo al congresso di FdI a Firenze (che ha eletto coordinatore cittadino Jacopo Cellai) ha detto che gli avversari del governo e della destra si danno un gran da fare in attacchi scomposti ma non riusciranno nel loro intento. “Siamo molto attaccati, pensano di farci saltare il sistema nervoso. Tirano fuori parenti, antenati, ma non ci riusciranno, perché non abbiamo scheletri nell’armadio e perché noi lo facciamo solo perché ci crediamo“. Non ha nominato comunque la trasmissione Report che ha utilizzato un pentito dichiarato inattendibile per un’inchiesta sul padre di Giorgia e Arianna Meloni ma tutti hanno pensato a quel riferimento.
La voce di una possibile candidatura di Arianna Meloni
La sinistra, con la stessa veemenza con cui se la prende con Giorgia Meloni, attaccano ora anche la sorella, soprattutto perché sta circolando la voce di una sua possibile candidatura alle europee. L’accusa verso Arianna è la stessa utilizzata verso la sorella: vittimismo. A parlare è il solito Angelo Bonelli, l’inconcludente leader verde: “La famiglia Meloni parla di complotto e di essere sotto attacco, ma da parte di chi non si sa. Una cosa è chiara: il loro finto vittimismo è costruito ad arte per nascondere la loro incapacità a governare”. Una singolare visione strabica del quadro politico.
Chi fa uso del vittimismo è la sinistra
A fare largo uso del vittimismo è infatti la sinistra, con continui lamenti sui posti persi per le nomine che la destra legittimamente sta portando avanti. Ad ogni poltrona sfumata, si levano geremiadi infinite che passano per i media mainstream sulla destra incolta che defenestra valide personalità (tutte facenti parte del sistema di potere prosperato all’ombra del Pd da decenni).
Il sit-in al Teatro Argentina con Raimo e Gotor
Non che la cosa interessi ai più, anzi. E tuttavia è un ritornello che ormai va avanti da settimane e da ultimo si sta ripetendo per il Teatro di Roma, con tanto di sit in davanti al Teatro Argentina capeggiato da un professore di liceo nostalgico dell’eskimo, Cristian Raimo, e con immancabile appello di artisti, vip e attori vari frequentanti il giro dell’amichettismo di sinistra. Il tutto affiancato dall’assessore alla Cultura del Comune di Roma Miguel Gotor in rappresentanza del sindaco Gualtieri. In realtà il Pd voleva l’immobilismo bloccando il cda perché il Comune di Roma non aveva i numeri per imporre un suo nome. Altro che cultura. E’ sempre e solo una questione di potere.
Lupi a Schlein: solo le nomine vostre sono di altissimo livello?
A sinistra spargono allarmismo e vittimismo a piene mani. Altro che Arianna Meloni! Sentite Elly Schlein: “La destra al governo, nazionale e regionale che sia, ha sempre e solo la stessa ossessione: occupare poltrone, promuovere gli amici, controllare attraverso i propri uomini le articolazioni del Paese. Quando questo si fa in sfregio alla cultura, significa che abbiamo superato il livello di allarme”. Schlein è sempre sul pezzo: dai saluti romani al Teatro di Roma è stato un attimo. Ma l’allarme è sempre inconsistente e poco credibile. Soprattutto distante dal sentire comune degli italiani che si chiedono ciò che Maurizio Lupi si è domandato in serata: “Vorremmo che Elly Schlein ci spiegasse per quale motivo le nomine della sinistra, quando governa, sono sempre segno di scelte di altissimo livello e di prestigio mentre se le fa il centrodestra, quando governa, è un’occupazione di poltrone”.