Europee, Pd in crisi sulla Schlein. Conte mette il dito sulla piaga: se si candida, inganna gli elettori
Giuseppe Conte non rinuncia alla sua polemica quotidiana con Elly Schlein. Questa volta però il leader 5Stelle tocca un nervo scoperto in casa dem: l’eventuale candidatura della segretaria alle europee, già diventata un caso al Nazareno, diviso sull’opportunità di una scelta che viene contestata agli avversari di centrodestra. Conte, invece, già sa che cosa farà: ribadisce che lui non sarà della partita, a guidare le liste elettorali in corsa per Strasburgo non ci pensa proprio. E critica chi invece si candiderà per poi rinunciare al seggio in Europa.
Europee, Conte attacca Schlein: non può ingannare gli elettori
“Schlein non ha l’immunità, non è che se si candida Giorgia Meloni inganna gli elettori e se lo fa Schlein, siccome fa parte del Pd che è in un campo progressista, non inganna gli elettori”. Parole dure all’indirizzo degli alleati. Insomma, se la segretaria dem dovesse decidere per la candidatura, la contro campagna pentastellata è già scritta. Specie col proporzionale e con i sondaggi attuali che danno i due partiti separati da qualche punto percentuale.
Il Nazareno alle prese con il nodo delle candidature
Dal Nazareno nessuna replica. La sferzata di Conte arriva dopo giorni in cui da diverse aree del Pd emergono perplessità sull’ipotesi Schlein capolista. Intanto i potenziali candidati scalpitano. Le donne innanzitutto, che potrebbero vedersi penalizzate se Schlein sarà capolista. Diverse uscenti aspirano a una riconferma, da Pina Picierno a Elisabetta Gualmini e Irene Tinagli. Visti i nomi in campo c’è il serio rischio che in Europa sbarchi una squadra fedele alla minoranza interna di Bonaccini. Con Giorgio Gori, Matteo Ricci, Dario Nardella, Antonio Decaro. La Schlein potrebbe sciogliere le riserve in occasione del seminario sull’Europa organizzato a Gubbio per il 17 e 18 gennaio. Un conclave di due giorni a cui non sarà presente chi vertici sugli eremi se ne intende come Romano Prodi.
Gentiloni: non mi candido, voglio tornare in Italia
Conte la sua scelta l’ha fatta invitando gli altri leader a non scendere in campo. Intanto da Bruxelles arriva un altro no alla corsa elettorale, quello del commissario Paolo Gentiloni: “No, non mi candiderò al Parlamento europeo”, ha detto. “La mia intenzione è tornare in Italia”. Non a caso da settimane si fa il nome dell’ex premier come potenziale federatore del centrosinistra. Che tradotto significa un commissariamento di Elly, che non si scompone. “Con Gentiloni ci sentiamo sempre, lui va sempre ringraziato. E il Pd sarà sempre casa sua”.