Europee, pure Prodi intima l’altolà a Schlein: “No a candidature finte”. Ma il problema è tutto interno
Mentre ancora riflette sul da farsi, Elly Schlein si trova alle prese con un altolà di peso alla sua candidatura alle europee: quello di Romano Prodi. “Candidarsi dove tu sai che non andrai, svilisce la democrazia. La destra lo può fare, ma non un partito riformista e democratico”, ha detto l’ex premier utilizzando un argomento che cerca di nobilitare un eventuale passo indietro che in realtà attiene più a questioni interne al partito che al rapporto con gli elettori. “La squadra per andare a Bruxelles deve essere una squadra operativa con dei capolista e con giovani che imparano. Una squadra che duri nel futuro perché porterà avanti gli interessi anche dell’Italia”, ha proseguito Prodi nel corso di Piazzapulita, dove poi è stata ospite anche la stessa segretaria Pd.
Il botta e risposta in differita tra Prodi e Schlein
“Aspetto di capire se siamo in grado di costruire una lista in grado di rappresentare la società che vogliamo costruire per l’Italia e per l’Europa, io oggi sono impegnata a trovare la squadra, le individualità vengono dopo”, ha detto Schlein, rispondendo a una domanda di Formigli sulla possibilità o meno di candidarsi alle europee, cosa che “valuteremo”. “Io sono impegnata oggi a trovare la squadra, le individualità vengono dopo” e “le nostre valutazioni le faremo dopo aver definito il progetto”. “Il risultato delle europee secondo me sarà brillante, siamo in grado di fare un’ottima prova”, ha poi sostenuto la leader dem.
Ci si mettere pure Conte
Nel corso della giornata di ieri anche Giuseppe Conte ha punzecchiato la Schlein sulla corsa per Bruxelles, più o meno utilizzando lo stesso argomento di Prodi: “Se si candida, inganna gli elettori”. Anche qui, però, si possono ravvisare interessi altri rispetto a quelli dell’elettorato: Conte ha già annunciato che non si candiderà e, in una partita in cui ci si gioca anche il ruolo di partito leader dell’opposizione, la presenza di Schlein in lista per il M5S potrebbe rappresentare un problema in termini di raccolta dei consensi.
La necessità della segretaria di dimostrare che può trainare il partito
Almeno è quello che spera una parte del Pd, quella dei fedelissimi di Schlein. Maria Teresa Meli, in un retroscena sul Corriere della Sera di oggi, indica il capofila di questa fazione nel capogruppo al Senato Francesco Boccia, che è “sicuro che con la segretaria in campo il Pd prenderà più voti”. Sulla base di questa convinzione, la stessa Schlein avrebbe un interesse tutto interno nel candidarsi: “Dimostrare – scrive Meli – che lei è in grado di trainare il partito democratico”. Perché, e qui si arriva al punto delle questioni interne intorno alla candidatura della segretaria, la faccenda ormai a ridosso dell’anno dall’elezione al Nazareno, non solo è ancora tutta da dimostrare, ma è certamente più in dubbio rispetto agli esordi.
“Cacicchi” e “capibastone” pronti a contarsi e far pesare ogni scheda
Rumors vogliono che la candidatura o meno di Schlein alle europee sia vissuta internamente tutta in termini di conta con quei “cacicchi” e “capibastone” cui Schlein dichiarò una guerra che oggi appare persa pronti a dimostrare scheda su scheda il proprio peso. Da far valere poi anche nella scalata alla segreteria. Dunque, mettendo insieme i pezzi si capisce perché, più che per gli elettori, le preoccupazioni intorno alla candidatura della segretaria guardino ai giochi di potere in casa dem, dove – come scrive Federico Geremicca su La Stampa – si fanno i conti con “La solitudine di Elly Schlein nel Pd diviso su tutto”.
“La solitudine di Elly”, che ora rischia le “forche caudine”
Dopo aver elencato errori, mancanze e difficoltà nelle quali si è trovata la leader, Geremicca riferisce che “fedelissimi e simpatizzanti custodiscono una speranza: che lei, invece, tutte queste grane le avesse viste arrivare (facendo riferimento alla nota frase con cui Schlein commentò l’approdo alla segreteria: “Non ci hanno visto arrivare”, ndr). Non fosse così, sarebbe un problema. E le elezioni di primavera – conclude il giornalista – potrebbero davvero diventare le sue forche caudine…”.