Feltri: “La sinistra censura la mano che fa il saluto romano ma non quella che bastona il poliziotto”
“La logica vorrebbe che la sinistra, che si proclama antifascista, condannasse la violenza, la forza bruta, l’estremismo, l’antisemitismo anche, tuttavia sta accadendo qualcosa di grottesco e paradossale: i radical-chic insorgono contro il saluto romano, ma non insorgono contro la mano che stringe il bastone che colpisce e manda in ospedale l’agente di polizia…”. L’incipit di Vittorio Feltri, nella sua rubrica “La stanza” sul Giornale, è come al solito fulminante. Un paio di giorni dopo i tristi fatti di Vicenza, dove un corteo di sostegno alla Palestina e di contrapposizione a Israele si è trasformato in un assalto alla polizia, il giornalista milanese torna anche sul tema dei saluti romani, oggetto di giorni di veleni e polemiche da parte della sinistra.
Feltri e i saluti romani “più gravi delle botte ai poliziotti”
Feltri ricorda che sabato, a Vicenza, c’era un esercito di individui il cui odio contro la nostra cultura cresce di anno in anno. “A Vicenza erano oltre mille. Il conflitto in Medio Oriente è certamente benzina sul fuoco, esso ha acceso determinati sentimenti di insofferenza nei nostri confronti. E questo non fa prevedere nulla di buono.
In simili circostanze sarebbe non soltanto doveroso ma altresì necessario che la sinistra prendesse posizione, una posizione chiara e netta di distacco da questi atti violenti, invece accade che essa prediliga il silenzio e che addirittura partecipi attivamente a quella che è stata una vera e propria guerriglia tra centri sociali e forze di polizia, tra anti-Stato e Stato. Sono stati lanciati petardi, bombe-carta, tutto quello che capitava a tiro contro i poliziotti”.
I silenzi della Schlein
“Come si fa a conciliare la protesta contro Ignazio La Russa che, stando ai rossi, sedie immeritatamente accanto all’ebrea sopravvissuta a un campo di sterminio Liliana Segre sul palco del Teatro alla Scala con il sostegno sfrenato ad una organizzazione terroristica palestinese che di fatto persegue lo sterminio degli ebrei? Vorrei che ce lo spiegasse la leader del Pd Elly Schlein, la quale è presente soltanto quando c’è da sfilare al Gay Pride o c’è da rivendicare l’utero in affitto o quando c’è da chiedere le dimissioni di un ministro o di un esponente qualsiasi della maggioranza sulla base di niente, sulla base della semplice antipatia personale. La nostra sinistra esprime un animo profondamente antisemita che non si accorda con quell’antifascismo che pure essa rivendica. Cosa diavolo è questa sinistra qui? Ce lo comunichi una volta per tutte, perché noi siamo confusi e non riusciamo proprio a comprenderlo…”, conclude Feltri. La sinistra “rimane muta”. “Permane spesso in quel precario stato di equilibrio proprio degli ignavi di Dante, i quali non prendono mai posizione e per questo vivono senza infamia e senza lode. Ma anche questo è un peccato. Forse il più turpe. Un peccato che soprattutto in politica si paga. Si paga alle urne“, preconizza l’editorialista del Giornale.