Foibe, nasce a Roma il “Museo del Ricordo”: luogo simbolo per custodire la memoria nazionale

31 Gen 2024 16:06 - di Elsa Corsini

Quasi un sogno che si avvera nel segno della memoria ma anche del futuro. Il Consiglio dei ministri ha dato via libera alla legge che istituisce il Museo del Ricordo, che porta come prima firma quella della premier Meloni e del ministro Gennaro Sangiuliano. L’obiettivo è quello di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe. Dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra. Un luogo dove ricostruire e narrare la storia degli italiani dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia e della più complessa vicenda del confine orientale italiano. Per realizzare e gestire il Museo sarà istituita una Fondazione (ministero della Cultura e Regione Lazio), alla quale potranno partecipare anche altri soggetti pubblici e privati. Il governo ha stanziato 8 milioni complessivi  per il triennio 2024-2026, La Regione Lazio metterà a disposizione l’immobile e contribuirà alla progettazione e alla gestione.

Via libera del governo al Museo del Ricordo, sorgerà a Roma

“La realizzazione del Museo è un dovere storico verso gli esuli istriani, fiumani e dalmata che hanno subito la dittatura comunista di Tito. Queste tragedie non devono essere dimenticate”, ha detto il ministro della Cultura al termine del Cdm. “Sono una parte importante della storia italiana e devono essere conosciute e comprese dalle nuove generazioni”. Parole chiare di fronte ai decenni di oblio riscattati da un lungo cammino,  che ha visto protagonisti storici non allineati e politici, che ha portato all’istituzione della Giornata del Ricordo, l’11 febbraio, grazie alla tenacia di Roberto Menia, figlio di un’esule istriana, deputato di FdI.

Sangiuliano e Rocca: è un dovere morale per una memoria collettiva

Il governatore del Lazio Francesco Rocca ha parlato di un dovere morale. “Roma, Capitale d’Italia, e il Lazio, divengono custodi e promotori di una doverosa memoria collettiva e nazionale. Gli orrori generati dai totalitarismi del XX secolo – ha detto – devono farsi testimoni concreti e attuali presso le nostre giovani generazioni. Il Museo sarà il luogo non solo del dramma vissuto dai nostri connazionali del confine orientale, ma ospiterà e farà emergere dall’oblio tutti i ‘ricordi’ cancellati dalla storia”.

Menia: è patrimonio di tutta la nazione

Particolarmente soddisfatto Roberto Menia, che accoglie la notizia con emozione. La collocazione del Museo a Roma apre al ricordo di un tragedia “che non è solo di una piccola porzione di confine o di quel che resta dell’esodo del popolo giuliano dalmata. Ma è patrimonio di tutta la nazione italiana”. Il senatore di FdI ringrazia la premier Meloni e il ministro della Cultura Sangiuliano, dei quali – dice – “conosco l’antico impegno a favore di queste memorie”. Il Museo del Ricordo – conclude Menia – “rappresenta un ulteriore passo di riconquista di verità e omaggio ad una pagina triste e per troppo tempo negata della nostra Patria”.

Rampelli: riscriviamo una pagina di storia censurata

“Finalmente riscriviamo una pagina di storia. Quella che per decenni è stata nascosta, censurata, minimizzata. Vent’anni dopo l’istituzione della Giornata del Ricordo si prosegue nel processo di rielaborazione del lutto storico e nazionale”, così Fabio Rampelli. “La realizzazione del museo dedicato alle vittime del comunismo, non può che essere a Roma, capitale di quella real politik che li ha spesso dimenticati e poi ignorati – continua il vicepresidente della Camera – ma anche ‘madre adottiva’ che li ha accolti a migliaia in un intero quartiere”. Sarebbe bello, aggiunge, nella Giornata del Ricordo approvare la proposta di legge per revocare l’onorificenza che venne conferita al dittatore comunista Josip Broz Tito. Anche la senatrice Isabella Rauti sottolinea l’importanza dell’iniziativa e della sede scelta, nel cuore dell’Italia. “Il Museo rappresenta un altro importante tassello nella costruzione di una memoria nazionale condivisa”.

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