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Gianni Rossi Zan

Rossi replica a Zan: “Se uno ha terminato l’incarico se ne nomina un altro. E’ normale, ma voi vi offendete…”

I Video del Secolo - di Federica Argento - 25 Gennaio 2024 - AGGIORNATO 26 Gennaio 2024 alle 17:03

Botta e risposta tutto da gustare quello scoppiato tra Gianni Scipione Rossi e Alessandro Zan, ospiti del salottino di Floris a Di Martedì su La7. Si discuteva di egemonia culturale, di nomine intoccabili, di amichettismo di sinistra e di familismo, o presunto tale, nelle file del governo e di FdI in particolare. Il conduttore a sintesi della sua domanda fa ascoltare il passaggio dell’intervista di Giorgia Meloni su Rete4 nella quale afferma che “avere la tessera del Pd non fa più punteggio”. Zan parte all’attacco, partendo dal caso Teatro di Roma “che tanti lutti addusse” alla  sinistra, finendo col parlare di familismo, “sorellismo”, “cognatismo”. Addirittura parla di “clan”. Inascoltabile.

Per fortuna in studio Gianni Scipione Rossi ribatte, si prende la parola e zittisce Zan, che alla fine balbetta e non sa rispondere nel merito. “E’ improprio ciò che dici. Non c’è bisogno di andare agli albori della Repubblica per vedere storie di parentele”, taglia corto Rossi. “Non ti voglio fare l’elenco. E’ sempre stato così- afferma categoricamente – . Qui si tratta invece di persone che hanno fatto sempre politica”- rintuzza sul presunto familismo della Meloni.  L’accusa mossa al premier è il ruolo ricoperto dalla sorella Arianna Meloni e dal ministro Lollobrigida. “Il tema è un altro”, spiega l’ex direttore Rai, docente di giornalismo a Perugia, vicepresidente della Fondazione Ugo Spirito -De Felice.

Il nodo cruciale che opprime la sinistra “è che quando governa il centrodestra diventa un’offesa indicibile se il governo nomina figure che vanno a sostituire persone “scadute” dal loro ruolo. Si accusa il governo di questo. Mentre la storia di questo Paese racconta che è sempre stato così”. Zan non sa cosa rispondere, viene preso in contropiede, perché quanto afferma Gianni Scipione Rossi è difficilmente contestabile. Anzi, zittisce Zan con le stesse parole usate in precedenza da Corrado Augias in trasmissione. “Persino ha lui ha ammesso che l’egemonia culturale della sinistra c’è stata”. E, a a proposito di questo, ne ha anche per lo scrittore Emanuele Trevi che ha citato Elio Vittorini quale esempio di opposizione a tale egemonia. “Ho sentito elogiare Vittorini che era stato un fascista di sinistra, poi era andato da Goebbles nel’42, per poi diventare comunista quando c’era Stalin…”. Floris decide allora che è meglio finirla qui…

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di Federica Argento - 25 Gennaio 2024