Horto – Milano
Horto
Via San Protaso, 5 – 20121 Milano
Tel. 02/36517496
Sito Internet: www.hortorestaurant.com
Tipologia: ricercata
Prezzi: menù degustazione 155/185€; à la carte: 2 portate 90€, 3 portate 120€, 4 portate 150€
Chiusura: Domenica
OFFERTA
Situato all’ultimo piano del The Medelan, un palazzo restaurato da poco in cui vi sono uffici di banche e di grandi marchi internazionali, il ristorante Horto è nato da un progetto dello chef Norbert Niederkofler, alla guida fino a marzo del 2023 del tristellato St. Hubertus in Alta Badia, chiuso definitivamente. In cucina troviamo Alberto Toè che porta avanti la filosofia che Niederkofler ha sposato sin dagli esordi sulle Dolomiti: stagionalità, sostenibilità, etica. Parole spesso abusate che non trovano corrispondenza nei fatti, ma che qui, ci spiegano, sono alla base del menù che è composto da materie prime di selezionati fornitori ubicati entro un’ora da Milano. Anche l’acqua rientra in questo discorso, infatti è quella della rete idrica ma filtrata tramite tecnologia BWT, così da eliminare il problema del trasporto e dello smaltimento delle bottiglie; inoltre, per ogni bottiglia 1 euro viene devoluto in beneficenza per la costruzione di pozzi in Africa. Knowing e Savoring sono i nomi dei due menù degustazione, rispettivamente di 7 e di 5 portate proposti a 185 e a 155 euro, ma da questi si può scegliere liberamente due, tre o quattro portate al prezzo di 90, 120 e 150 euro. Dopo una gustosa spuma di yogurt leggermente salata con gelato di ortica e una tartelletta con carapace e battuto di fave, gentilmente offerti come benvenuto, è giunto in tavola il cestino del pane e dei grissini con del burro mantecato a mano con sale Maldon e dell’olio EVO aromatizzato al cavolo rapa servito in una ciotolina. La cagliata con carpaccio vegetale, perle di yogurt, rucola e alga è l’antipasto che apre la nostra cena, con delle note vegetali spinte a cui non fa da giusto contraltare sia l’acidità dello yogurt (in quantità insufficiente per dare il giusto apporto) che la cagliata dal sapore blando. Ottimo il risotto con erbe spontanee, fiori di campo e polvere di kefir trattata con l’azoto liquido a simulare la neve che viene cosparsa sul piatto, creando un piacevole gioco di temperature e di equilibrio tra la nota acida e quella dolce del risotto, tra l’altro mantecato e cotto a dovere. Piatto riuscito a metà l’anguilla con kiwi fermentato, in cui la carne del pesce era cotta alla perfezione, ma l’abbinamento con il frutto fermentato (che così ha perso acidità) a nostro avviso ha esaltato solo le note amare del piatto non bilanciando a dovere la naturale grassezza della carne. Le foglie di cavolo rese croccanti (e anche un po’ bruciacchiate) hanno contribuito ad acuire questo aspetto. In chiusura abbiamo assaggiato il biscotto gelato composto da uno strato sottile di cioccolato fondente con crema di asperula e susine fermentate, alla lunga pesante e stucchevole al palato, seguito da un espresso ben estratto e dall’aroma persistente.
AMBIENTE
L’arredo del locale segue la stessa filosofia della cucina, ponendo molta attenzione, laddove è stato possibile, a materiali eco-sostenibili come la calce e la paglia di riso usata per le pareti e le botti di vecchie acetaie utilizzate come parquet per la sala interna. Molto bello il dehors allestito sulla terrazza che regala un panorama di Milano a 360 gradi, con il Duomo parzialmente a vista.
SERVIZIO
Cortese e puntuale, anche se un po’ affettato.
Recensione a cura di: Milano de La Pecora Nera – ed. 2022 – www.lapecoranera.net