Il Pd vuole decidere i titoli del Tg1. Schlein annuncia un sit in. Foti: pluralismo in bocca a loro è bestemmia

27 Gen 2024 16:50 - di Francesco Severini

Dunque, il Pd ha una vocazione per le battaglie-boomerang. Sul salario minimo Elly Schlein ha creato una rivalità insanabile con il M5S. Quindi ha scelto la sanità scoprendo improvvisamente che i pronto soccorso sono affollati e che per fare una Tac con il servizio sanitario pubblico passano mesi. Poco credibile.

Un Pd non plurale invoca il pluralismo

Ora si attacca alla Rai e chiede pluralismo. E ciò proprio il giorno dopo il siluramento a una dirigente di Verona, Anna Maria Bigon, che in nome della libertà di coscienza non si è schiarate per la legge sul fine vita. Insomma un Pd per nulla plurale si fa paladino del pluralismo. C’è della spudoratezza in tutto ciò.

Il proclama di Schlein a Cassino

Anche sulla Rai, la faccia di bronzo è notevole da parte di una che ha assegnato il ruolo di portavoce a un ex giornalista Rai, Sandro Ruotolo. Comunque quelli del Pd faranno un sit in sotto viale Mazzini per dire che la tv di Stato non può essere TeleMeloni. E ciò, come ebbe a dire con grande acume Daniele Capezzone, dopo che la sinistra in Rai ha lottizzato anche le fioriere.

Ma ecco il proclama di Schlein lanciato durante una iniziativa del Pd a Cassino: “Il Pd si mobilita per difendere la libertà di stampa e il valore di un sevizio pubblico che sia davvero libero e plurale e che non può essere a servizio del governo di turno e della sua propaganda. Faremo un sit in alla Rai per difendere il pluralismo dell’informazione e la qualità dell’informazione che è un diritto inalienabile di ogni cittadino. Si è oltrepassato il segno”.

Il Pd: il Tg1 ha osato aprire con le norme del governo sugli anziani

E perché si è passato il segno?  Lo svelano i componenti del Pd in Vigilanza con la loro lamentela: “Ieri sera il Tg1 è stato l’unico telegiornale a non aprire con il discorso di Mattarella sul giorno della memoria. In compenso ha aperto con una grande bugia: l’annuncio di una prestazione universale da 1000 euro per 14 milioni di anziani, quando in realtà quella prestazione toccherà solamente a 25.000 italiani. Una bugia vergognosa”. Morale: il Pd vuole decidere anche come deve aprire il Tg1 e cosa deve dire nei servizi.

Lo conferma Schlein nel suo comizio: “Mi hanno segnalato – dice – un titolo di ieri nella televisione pubblica: mille euro in più per gli anziani, si vota l’8 e il 9 giugno. Una propaganda nella forma più becera, fatta sulla pelle degli anziani”.

Foti: Schlein vuole decidere la scaletta dei notiziari, altro che pluralismo

Tommaso Foti, capogruppo FdI alla Camera, osserva che “per la Schlein il pluralismo televisivo è una bestemmia. Segretaria di in un partito in cui l’informazione è a senso unico o non è, annuncia sit in a difesa del monopolio Rai costruito in anni di sistematica occupazione della tv pubblica. Del resto non a caso alcuni parlamentari del Pd vantano lunghi anni di presenza lavorativa all’interno del servizio pubblico. La pretesa però degli esponenti del Pd di dettare la scaletta ai telegiornali, oltre che a squalificare gli stessi, risulta di gravissima mortificazione per coloro che all’interno del servizio pubblico svolgono la propria attività ispirandosi a quel pluralismo che della libertà d’informazione è il pre-requisito.

La replica di Unirai: il Pd vuole venire alle riunioni di redazione?

Replicano i giornalisti di Unirai: “Invitiamo gli esponenti del Pd alla prossima riunione di sommario del Tg1 perché possano dettare argomenti e titoli del notiziario. Da parte del Pd è infatti da tempo in corso un grave attacco alla libertà del Servizio Pubblico. L’ultimo episodio riguarda le minacce di convocazioni in Commissione parlamentare di Vigilanza per un servizio realizzato dal Tg1 sui provvedimenti del Cdm a favore degli anziani”.

 

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