Il Tino – Fiumicino
Il Tino
Via Monte Cadria, 125 – 00054 Fiumicino
Telefono: 06/5522778
Sito Internet: www.ristoranteiltino.com
Tipologia: creativa / pesce
Prezzi: menù degustazione 120/150€; à la carte: 2 portate + dolce 90€, tre portate + dolce 120€
Chiusura: Martedì e Mercoledì. A pranzo
OFFERTA
La cornice è quella dell’elegante Nautilus Marina a Fiumicino, l’artista di un quadro sempre più meticoloso e convincente è Lele Usai, che con il suo ristorante Il Tino si conferma uno dei più validi indirizzi gourmet del panorama laziale. Il menù è composto da due percorsi degustazione – “Prima Boa”, 7 portate a 120 euro e “Regata Lele Usai”, 9 portate a 150 euro -, oltre la scelta à la carte di 2 piatti + dolce a 90 euro e di tre piatti + dolce a 120 euro. L’ottimo cocktail a base di gin umbro tagliato con acqua marina e infuso di fiore di malva, preparato direttamente al tavolo in una scenografia avvolgente, è stato servito come benvenuto insieme alla gustosa ventresca di pesce spada frollata 10 giorni, completata con un infuso ai fiori di malva, in continuità con il drink sia da un punto di vista cromatico che gustativo. È stata poi la volta del primo antipasto della serata, “Giardino Iodato”, un piatto composto da un misto di pesce servito con erbette spontanee fresche e in estrazione, di cui abbiamo apprezzato sinceramente la posizione di rilievo affidata alla parte vegetale, capace di far emergere aromaticità senza coprire eccessivamente la proteina. Di livello anche la seppia, cotta sul barbecue e successivamente scottata a fiamma viva, servita con scarola, olive, pinoli e uvetta, con una doppia salsa di scarola e nero di seppia. Scenografica e interessante per l’abbinamento di sapori la “margherita di mare”, una tartare di leccia, con una base di crema di carote impiattata a forma di fiore e una salsa barbecue alla genziana. Buono anche il sottile cappelletto ripieno di parmigiano stagionato 36 mesi, in brodo di estratto di gambero, servito con gamberi rossi crudi e alghe, al quale però abbiamo preferito il risotto agli scampi, in una versione meno opulenta dell’originale seppur mantecato con burro alla vaniglia e whisky torbato e scampi affumicati, in cui la nota dolciastra si è dimostrata cruciale per ingolosire ulteriormente ogni boccone. Eccellente, il pescato del giorno – in questo caso un dentice – di cui abbiamo apprezzato un richiamo a tecniche antiche, attraverso la cottura in argilla utile a preservare gli umori, porzionata direttamente al tavolo e servita con una fresca insalatina di salicornia e visciole fermentate e una salsa con fondo del pesce e burro acido, forse il miglior piatto della serata. Approcciandoci al dolce, il passaggio intermedio è stato affidato ad un buon pre-dessert, composto da un crumble di peperoncino, gelato al fior di latte con olio d’oliva, sale affumicato e aglio nero fermentato, a cui è seguito il risolatte cotto con spezie e zafferano, servito con un sorbetto alla mora e frutta secca, che, seppur gradevole per la consistenza, avremmo avesse un gusto più incisivo e meno monocorde. Ottima, invece, la piccola pasticceria e l’aromatico caffè di fine pasto.
AMBIENTE
Dopo l’elegante scalinata esterna al locale, si entra nel ristorante attraverso una zona dedicata all’accoglienza che porta poi alla sala principale, in cui la protagonista è l’imponente cucina a vista che la domina. L’arredo è curato e il contesto suggestivo grazie alle ampie vetrate.
SERVIZIO
Decisamente uno dei punti di forza del locale, preparato e attento, senza cadere però in un fare ingessato, spesso tipico dei ristoranti di questo calibro. Giusti i tempi di attesa tra le portate.
Recensione a cura di: Roma de La Pecora Nera – ed. 2023 – www.lapecoranera.net