Incidenza record al Bambino Gesù per l’influenza: da 300 a 480 ingressi giornalieri al Pronto soccorso
“Dai 300 accessi giornalieri in pronto soccorso siamo arrivati anche a punte di 450-480 ingressi tra il 23 dicembre e Capodanno. Le nostre strutture di Palidoro e Gianicolo durante le festività hanno lavorato con ritmi impressionanti per gestire i piccoli pazienti, in particolare sotto i 5 anni di età, con problemi respiratori e febbre alta. Da ieri siamo più tranquilli ma solo perché la medicina del territorio ha ripreso la normale attività dopo le feste”. Così all’Adnkronos Salute Sebastian Cristaldi, responsabile del Pronto soccorso del Bambino Gesù di Roma, commenta l’incidenza record di influenza e Covid tra i bambini e il boom di accessi in ospedale.
“I virus che circolano sono tanti – spiega Cristaldi – e variano a seconda dell’età: nella fascia 3-6 anni colpiscono duro influenza, Covid e rhinovirus; sotto i due anni, invece, preoccupa il virus sinciziale (Vrs) che è la causa di sette bronchioliti su dieci”. La bronchiolite è un’infezione virale acuta che colpisce il sistema respiratorio dei bambini di età inferiore ad un anno soprattutto nei primi 6 mesi di vita con maggiore frequenza tra novembre e marzo. Non solo. “La bronchiolite può peggiorare nel giro di poche ore, quindi i bambini di 2-3 anni vanno monitorati quotidianamente” avverte il pediatra.
E sull’ipotesi che il picco ‘covid e influenza’ sia solo rimandato di 10 giorni, come sostengono alcuni esperti, e che il peggio debba ancora arrivare, Cristaldi non ha dubbi: “È una ipotesi verosimile – sottolinea – perché durante le feste ci siamo ritrovati in famiglia e in spazi chiusi e ristretti. Inoltre, con l’apertura di scuole e uffici i contagi aumenteranno. Se questo picco si raggiungerà l’ultima settimana di gennaio o nei primi 15 giorni di febbraio non possiamo ancora prevederlo, ma i dati ci dicono che gli accessi ai Pronto soccorso sono costanti”.
Dal responsabile del pronto soccorso del Bambino Gesù non mancano consigli ai genitori: “In presenza di febbre, idratare il bambino; fare attenzione se rifiuta la poppata. In tal caso significa che è affaticato per un problema respiratorio, quindi non vuole mangiare”. Infine, l’appello a rivolgersi “sempre al proprio pediatra per avere il giusto feedback. Il pediatra valuta caso per caso e, se lo riterrà opportuno, consiglierà di recarsi in ospedale”, conclude.