Incontro dell’Ecr su libertà di stampa, fake news, informazione inquinata. Giordano e Foti spiegano le finalità dell’evento
E’ stato presentato a Montecitorio l’evento di Ecr in programma a Bruxelles mercoledì 10 gennaio con al centro il tema della libertà di stampa. Dibattito quanto mai attuale in vista del voto europeo e che vede al centro il problema dell’inquinamento del processo informativo. “Discuteremo – ha spiegato Antonio Giordano, segretario generale dell’Ecr, il partito dei conservatori europei – di tutto ciò che inquina l’informazione e ne mina la qualità, di come la propaganda bellica usa le news per le proprie strategie politiche, di come i giornalisti vengono ostacolati nel loro lavoro, aggrediti o imprigionati. Ci saranno esperti e giornalisti di varie nazioni europee che ci aiuteranno a mettere a fuoco le problematiche emergenti in tema di libertà di stampa, anche in relazione all’uso dell’intelligenza artificiale”.
Accanto a Giordano il giornalista Antonio Rapisarda, che animerà uno dei panel del convegno Ecr dedicato proprio alle influenze straniere in vista del voto europeo e la parlamentare di FdI Grazia Di Maggio secondo la quale sono i giovani i più esposti ad un’informazione che viaggia via social senza filtri e controlli. Da ultimo ha preso la parola Tommaso Foti, capogruppo di FdI alla Camera, il quale ha chiarito che Fratelli d’Italia, con il Partito conservatore europeo, “vuole confrontarsi con la stampa e non vuole mettere, come inopinatamente viene asserito in questi giorni, alcun bavaglio alla stampa. Un confronto aperto, che non vuol dire compromesso”.
Sollecitato dalle domande dei cronisti ha parlato dello strumento della rettifica che spesso non serve per evitare un’informazione distorta. “La forzatura ci può stare ma oggi la forzatura avviene addirittura con un virgolettato, ci sta che in un’intervista uno dia una interpretazione ma quando metti questa tua interpretazione tra virgolette attribuendola all’intervistato cambia la questione”.
Foti ha anche detto che ci vuole coraggio ad attribuire a Giorgia Meloni l’apposizione della targa che attualmente si trova ad Acca Larenzia, riferendosi a quanto pubblicato oggi dal Fatto e decisamente smentito da Federico Mollicone. Ha quindi osservato che il vero problema di Acca Larenzia è il fatto che dopo 46 anni quei morti non hanno avuto giustizia: “Il reato di omicidio non si prescrive – ha aggiunto – e andrebbe perseguito fino alla fine”. E sempre a proposito delle polemiche Foti ha aggiunto: “Se qualcuno, anziché dar fiato alla bocca, andasse a leggere un dibattito parlamentare che c’è stato nel 2021 dopo l’assalto alla sede della Cgil potrebbe leggere tutte le risposte che oggi, in modo inopinato, vengono date. Anzi, a proposito: il ministro Lamorgese cosa ha fatto della mozione che è stata approvata dal Parlamento italiano e nella quale si chiedeva lo scioglimento di tutte quelle organizzazioni che potevano avere comportamenti contrari alla Costituzione e ad alcune leggi vigenti, tipo la Scelba e la Mancino?”.