
Interrogazione sulle bufale di Report, FdI zittisce il Pd: “Non ci faremo imbavagliare dalla sinistra”
Quella interrogazione che “smaschera” bufale e pentiti farlocchi utilizzati contro il centrodestra, non va giù al conduttore di “Report”, Sigfrido Ranucci, com’è ovvio, ma neanche al Pd, che si erge a difensore della libertà di stampa e che fa scendere in campo perfino una big del partito, si fa per dire, Elly Schlein, per cavalcare la richiesta di bavaglio sugli atti di sindacato ispettivo a cui è ricorsa, legittimamente, Fratelli d’Italia.
Sul “metodo Report” il partito di Giorgia Meloni – com’è nei propri diritti – ha presentato un’interrogazione all’Ad Roberto Sergio e alla Presidente Marinella Soldi per sapere se l’utilizzo ricorrente di pentiti di mafia giudicati inattendibili dalla magistratura, che dopo qualche decennio fanno rivelazioni circa presunte rivelazioni su persone decedute, “sia in linea con quanto stabilito dal Contratto di Servizio, che regola i rapporti tra lo Stato e la Rai”. Il riferimento è alle inchieste, si fa per dire, sul padre del Presidente del Senato Ignazio La Russa e sul padre del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, “che tra le altre cose, come tutti sanno, ha interrotto i rapporti con Franco Meloni quando era ancora una bambina”.
Il Pd difende “il metodo” del fango nel ventilatore
Il Pd, invece, si schiera con “Report” e attacca FdI: “Informazione scomoda per la presidente del Consiglio e il suo partito? Può darsi. Ma l’informazione deve essere pubblica e soprattutto libera. E non deve essere sottoposta a censure (articolo 21 della Costituzione italiana). Quindi il partito della Meloni e la destra hanno dimostrato per l’ennesima volta di non rispettare i principi democratici e della nostra Costituzione”, dichiarano in una nota i parlamentari Pd della commissione di Vigilanza sulla Rai. La replica dei capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera e al Senato è durissima: non accettiamo bavagli “parlamentari” dalla sinistra…
“Legittimo interogare su Report”, replica FdI con Foti e Malan
“Nella ‘democrazia’ tanto decantata dal Pd e dal segretario Schlein è ancora possibile a dei parlamentari presentare delle interrogazioni o solo loro detengono il potere di chiederle per servizi non graditi andati in onda al Tg1 e sulle altre reti Rai? Fa sorridere che ogni giorno le opposizioni parlino di TeleMeloni ma poi proprio loro liscino il pelo a Report, difendendo un certo modo di fare giornalismo e giustificando servizi confezionati col solo scopo di attaccare e screditare politicamente gli avversari, rilanciando testimonianze di personaggi che la magistratura stessa ritiene inattendibili. La democrazia a intermittenza del segretario Schlein ricalca quella del peggior Giano bifronte”, dice in una nota, Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia a Montecitorio.
“A quanto pare, la sinistra vorrebbe imbavagliare i parlamentari perché non facessero il loro lavoro. Non c’è infatti nessun intento censorio da parte di Fratelli d’Italia nei confronti di Report, un tempo spazio di inchieste assai più serie. L’interrogazione di Fdi sul ‘metodo Report’ è invece una tipica attività della Commissione di vigilanza sulla Rai, giustamente usata nel corso degli anni da tutte le forze politiche”, rilancia il presidente dei senatori di Fratelli d’Italia, Lucio Malan.
Il ruolo ambiguo di pentiti inattendibili
“In questo caso .- prosegue Malan – si chiede se l’utilizzo ricorrente di pentiti di mafia, giudicati inattendibili dalla magistratura, che dopo qualche decennio fanno presunte rivelazioni su persone da tempo decedute, sia in linea con quanto stabilito dal Contratto di Servizio, che regola i rapporti tra lo Stato e la Rai. Questa – insiste Malan – è la domanda posta dai deputati e senatori di Fratelli d’Italia componenti della Commissione all’amministratore delegato della Rai, adempiendo al loro dovere di tutelare gli utenti e l’immagine del servizio pubblico televisivo”. Infine la domanda: “L’On. Schlein e gli altri esponenti della sinistra vorrebbero forse impedire ai parlamentari di fare ciò che la legge prevede? Condividono forse l’uso di accuse di ex mafiosi, fatto per di più omettendo di far sapere agli ascoltatori che sono stati giudicati inattendibili dalla magistratura? Di cosa dovrebbe occuparsi la Commissione di vigilanza, se non di casi come questo? Solo di soubrettes e ricette di cucina?”, chiede ancora il capogruppo di Fdi a Palazzo Madama.