La droga in Europa con i sommergibili: camorra e albanesi come i narcos. La Dda dispone 29 arresti
Ci sono anche i sommergibili tra i mezzi indicati da una banda internazionale dedita al traffico di stupefacenti, e attiva su Napoli, per il trasporto della droga in Europa. La circostanza, che rimanda a una pratica dei Narcos messicani scoperta alcuni anni fa, è emersa nel corso delle indagini dei Carabinieri di Napoli, coordinati dalla Dda, che stamattina hanno portato a misure cautelari nei confronti di 29 indagati appartenenti a due diversi gruppi criminali ai quali l’operazione ha inflitto un duro colpo. Un’altra operazione, sempre in giornata e coordinata dalla Dda, è stata condotta dalla polizia contro il traffico nella zona del rione Sanità: gli arresti sono stati 12.
Gli stupefacenti importati da Olanda e Spagna e destinati alle piazze di spaccio di Napoli
Le accuse a vario titolo per i 29 indagati sono di reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti nonché detenzione di droga ai fini di spaccio. Durante le indagini era stato anche catturato a Dubai il latitante Bruno Carbone, braccio destro di Raffaele Imperiale. Le misure cautelari vanno dal carcere, domiciliari fino al divieto di dimora. La droga, importata da Olanda e Spagna, era destinata alle piazze di spaccio più fiorenti della provincia di Napoli, tra le quali anche il Parco Verde di Caivano. In particolare, dall’attività di indagine sarebbe emersa l’esistenza di due distinte associazioni per delinquere, attive nel territorio partenopeo con contatti in Spagna ed in Olanda, finalizzati all’approvvigionamento, al traffico e alla vendita di sostanze stupefacenti, nonché la conseguente gestione degli illeciti profitti, in favore degli affiliati, sia liberi che detenuti.
Le chat criptate e i sommergibili come mezzi “sicuri al 100%” per il trasporto della droga
Le comunicazioni avvenivano tramite chat criptate come Sly Ecc ed Encrochat, ma destare particolare sorpresa è l’utilizzo dei mezzi di trasporto per far arrivare gli stupefacenti in Europa e alle singole piazze. Tra i mezzi di trasporto per importare la cocaina, infatti, il gruppo collegato anche alla Turchia utilizzava le borse smistate tra i container, gli aerei e i sommergibili. “Questo è sicuro al 100% sott’acqua”, diceva in una conversazione intercettata nel giugno del 2021 un trafficante di origine albanese, rivolto a un connazionale, lamentando che quella possibilità “ci sta solo da Panama”. Una frase che gli investigatori hanno letto anche alla luce delle scoperte compiute negli anni scorsi dai colleghi dall’altra parte dell’Oceano: sia la Dea, la Drug Enforcement Administration americana, sia la Marina messicana, infatti, in passato hanno intercettato “narco-sommergibili”, scovati nel tempo anche presso le coste europee e, in particolare, spagnole.