La figuraccia di Schlein sulle armi a Israele: “Non dobbiamo inviarle”. Ma l’Italia già non lo fa

20 Gen 2024 12:19 - di Natalia Delfino
schlein armi israele

L’ansia di intestarsi la battaglia per la pace nel mondo tira un brutto scherzo a Elly Schlein, che al seminario di Gubbio ha tuonato sul fatto che “dobbiamo porci la questione di evitare di alimentare questi conflitti, di evitare l’invio di armi e l’esportazione di armi verso i conflitti, verso il conflitto in Medio Oriente, in particolare in questo caso a Israele“. “Perché – ha avvertito – non si può rischiare che le armi vengano utilizzate per commettere quelli che si possano configurare come crimini di guerra”. Ora, al di là del merito politico, sul quale si può essere o meno d’accordo e che rimanda direttamente alla competizione della leader dem con Giuseppe Conte, il problema a monte è che l’Italia non sta inviando affatto armi in Israele. E, anzi, il commercio che esisteva è stato interrotto immediatamente dopo l’inizio delle operazioni a Gaza, a seguito dell’attacco di Hamas del 7 ottobre.

Tajani: “Schlein parla di cose che non esistono: l’Italia non manda armi a Israele”

“L’Italia ha interrotto dall’inizio della guerra di Gaza l’invio di qualsiasi tipo di armi a Israele. È tutto bloccato. Il periodo in cui sono state inviate più armi a Israele è stato durante il governo Conte”, ha spiegato il ministro degli Esteri Antonio Tajani in un’intervista al Quotidiano nazionale, ribadendo che “da quando sono iniziate le ostilità abbiamo sospeso tutti gli invii di sistemi d’arma o materiale militare di qualsiasi tipo”. “E quindi Schlein parla di cose che non esistono. È pura propaganda. Al Pd dovrebbero essere meglio informati”, ha commentato Tajani, chiarendo poi oggi a margine del congresso di FI a Milano che “su questo punto la decisione è stata presa, e lo abbiamo detto in Parlamento”. Dunque, l’invio di armi non c’è e non ci sarà: “Non c’è da discutere”.

L’ironia di Mattia Feltri: “Dalla segretaria Pd suggerimento disarmante”

Dopo l’esplosione delle polemiche su quella frase, secondo quanto riportato sostanzialmente solo dal Corriere della Sera, lo staff di Schlein ha fatto sapere che la segretaria si riferiva al voto su un emendamento al Parlamento europeo. Sarà, ma pressoché tutti hanno inteso quella frase per quello che sembrava. All’uscita di Schlein è dedicato oggi anche il “Buongiorno” di Mattia Feltri su La Stampa, intitolato “La disarmante”. Dopo aver ricordato che l’invio di armi a Israele da parte dell’Italia è stato sempre tutto sommato esiguo, e che “ci sono aziende italiane – non lo Stato italiano – che su richiesta producono e contrattano e non sarà Elly Schlein a interrompere un commercio”, Mattia Feltri ha aggiunto che “però non sarà Elly Schlein a interromperlo perché è già stato interrotto”, per la precisione l’8 ottobre, perché “per legge, nessuna azienda è autorizzata a vendere armi ai Paesi belligeranti senza un voto parlamentare. E il voto parlamentare non c’è stato”. “Bene, aspettiamo il prossimo suggerimento per portare la pace nel mondo. Questo, in ogni caso – conclude Feltri – era senz’altro disarmante”.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *