L’intervista. Amorese: “Io editore eclettico, i miei successi? Un libro sul Pci e uno su Nietzsche”
“Eclettica” di nome e di fatto. Questa casa editrice non conforme diretta da Alessandro Amorese, capogruppo di FdI in Commissione Cultura alla Camera, ha 15 anni di vita, oltre 300 titoli al suo attivo, volumi recensiti su testate importanti che hanno alimentato il dibattito politico da destra a sinistra. Una realtà “corsara”, di qualità, che per questo può concedersi incursioni in territori diversi dalla cultura cosiddetta alternativa. Basterebbe dare un’occhiata all’offerta editoriale composita del robusto catalogo per mandare al diavolo chi, come Zerocalcare negli ultimi tempi, straparla di destra incolta e rozza, che dal punto di vista editoriale può vantare solo il caso Vannacci.
Alessandro Amorese, lei è la prova che si risponde con i fatti alle accuse che la sinistra ripete come un disco rotto sull’incultura della destra. Cosa risponde alle provocazioni?
Si tratta di un vecchio schema che la sinistra ha ritirato fuori nell’ultimo anno e mezzo, ossia da quando il centrodestra è al governo. Si tratta di un arretramento culturale, di un passo indietro ridicolo. Perché fino agli anni ’90 c’era stato un confronto civile tra la destra e la sinistra. L’esempio, tra gli altri, fu la figura di Giano Accame, al quale fu affidata la grande mostra sull’Economia italiana tra le due guerre”. Poi sarebbe diventato il direttore del Secolo d’Italia. Tutti conoscevano la sua biografia intellettuale e politica. C’era stato un dialogo fecondo tra filosofi di sinistra come Massimo Cacciari ed esponenti della Nuova Destra. In seguito sindaci come Rutelli e Veltroni arrivarono a intitolare strade a figure della destra. Dunque, da tutto questo osserviamo che c’è chi sta perdendo la sua identità: la sinistra. Che ha oramai un’identità “liquida” e che in tema di cultura woke si sta facendo dettare l’agenda da Oltreoceano.
Ci parli di “Eclettica”. Catalogo brillante, dalla politica allo sport, alla narrativa. Qual è la sua filosofia?
“Eclettica” è una casa editrice indipendente davvero. Non abbiamo voluto essere una realtà solo di area, ma da sempre pubblichiamo autori appartenenti a diverse latitudini politiche. Prenda, ad esempio, un libro che ci sta dando molta soddisfazione: “Ho ucciso Achille Occhetto”, scritto da due autori appartenenti alla sinistra radicale come Pilade Cantini e Marcello Cavallini. Un volume che ha trovato spazio nell’editoriale dell’Espresso di pochi giorni fa, attenzionato da quotidiani, da Radio Radicale. Un volume che ha animato il dibattito politico su comunismo, sinistra, cambio di pelle dell’allora Pci. Per andare da sinistra a destra, sono andati molti bene – 15mila copie- il mio “Fronte della gioventù”. E naturalmente ha avuto molta visibilità il libro- intervista alla premier Giorgia Meloni.
Siete andati molto oltre la saggistica politica
“Eclettica” prova ad effettuare delle vere e proprie incursioni in terreni reputati finora – a torto – egemonizzati dalla sinistra, come la narrativa. Anche in questo caso ricevendo come controprova molti apprezzamenti. La nostra collana ha vinto il “premio Enac” con il romanzo “ Era notte da un pezzo” di un giovane professore, Lamberto Maria Amadei. Molto bene sta andando il libro del polemista francese Julien Rochedy “Nietzsche presente”. Rochedy, 35 anni, è attualmente uno dei più noti intellettuali dell’area della destra francese. Ci dilettiamo inoltre con la collana di storia nella quale una menzione speciale merita Il mio Messaggio, con il quale abbiamo riproposto il testamento politico e spirituale di Evita Peron: scritto dalla first lady argentina negli ultimi mesi della sua vita e consegnato dopo la rinuncia, sotto la pressione dei militari e della Chiesa cattolica, a candidarsi come vice presidente dell’Argentina. Il volume è curato dallo storico Roberto D’Angeli. Abbiamo poi una collana dedicata al calcio dal titolo “spalti gremiti”, anch’essa molto quotata. Da alcuni anni sono nate collane dello sport, della fotografia.
Eclettica edita inoltre ben tre riviste, di cosa si occupano?
“Partecipare” è diventata un punto di riferimento sui temi economici e sociali, e si avvale di un centro studi di rilievo come “Stato e Partecipazione”. Molto diffusa è “Storia Rivista” diretta da Adalberto Baldoni, lo storico della destra. Poi abbiamo “Fuori gioco” di cui sono particolarmente orgoglioso: si tratta del primo trimestrale in Italia dedicato alle sottoculture giovanili.
Molto feconda è la collana dedicata all’ambientalismo di destra.
La storia dell’ambientalismo di destra – attraverso i suoi documenti, i suoi manifesti, i suoi giornali – è molto ricca. Insieme all’Istituto “Stato e Partecipazione”, infatti, la casa editrice ha realizzato un “Archivio storico dell’Ecologia nazionale” che raccoglie materiale arrivato dagli archivi privati per metterlo a disposizione di ricercatori e centri studi e di quanti in via più ampia volessero approfondire l’argomento. Due volumi ritengo di particolare rilevanza: “Tradizione ecologica” del professor Joime e “Storia di Fare Verde”, volume collettaneo.