L’intervista. Palese (UniRai): il Pd fa un sit in il 7 febbraio? E noi ne facciamo uno per l’autonomia dei giornalisti
La contromossa dell’UniRai spiazza i barricaderi dem: il sindacato ha infatti indetto per il 7 febbraio un contro sit-in in risposta a quello del Pd. Appuntamento a Roma sotto la sede Rai di Viale Mazzini in difesa dell’autonomia professionale dei giornalisti, del pluralismo e della libertà. Un appuntamento a cui, come ci ha ribadito ancora poco fa il segretario della nuova realtà associativa Francesco Palese, «sono invitati i cittadini, i giornalisti, le associazioni, comitati, sindacati e liberi pensatori». Una mossa che ha preso in contropiede la sinistra militante che, di fatto, neanche ha cominciato a radunare le truppe, che già si vede costretta a incassare le prime defezioni e l’ufficializzazione degli ultimi no. Renzi non risponde all’invito della Schlein, Calenda lo rispedisce al mittente. E i 5S si sfilano silenziosamente (e sommessamente)…
Insomma, all’appuntamento calendarizzato per il 7 febbraio le adesioni e i presenti effettivi rischiano di essere ben più numerosi dei miliziani chiamati a raccolta da Elly Schlein. Commilitoni dem allo sbaraglio? Lo abbiamo chiesto a Francesco Palese, segretario di UniRai, giornalista di lungo corso oggi nelle file di Rainews 24.
Giornalisti Rai sotto assedio del Pd?
Quel che è certo, al momento, commenta e replica Palese, è che «noi abbiamo invitato cittadini, associazioni, giornalisti, liberi pensatori e tutti coloro che, come noi, sono convinti che la Rai sia un patrimonio di tutti gli italiani (e non solo di chi ci lavora). Nessuno mette in discussione il ruolo della politica nella Rai che nasce dalla legge sulla governance, e dal ruolo della commissione parlamentare di vigilanza che ha anche una funzione di indirizzo, ma qui siamo in presenza di politici – tra l’altro onnipresenti in video, come testimoniato da tutte le rilevazioni sulle presenze degli organi competenti – che pretendono di decidere scalette, sommari e titoli dei telegiornali».
E ancora, prosegue Palese: «Da mesi vedo che c’è il segretario di un partito in particolare che continua a puntare l’indice contro alcuni colleghi. Professionisti che vengono attaccati in maniera strumentale e che vivono una condizione di disagio e di timore ad esporsi dopo reiterate accuse e continue intromissioni. Una situazione che mette in difficoltà soprattutto i giornalisti dei Tg e del Tg1 in particolare. Una realtà che ha indotto l‘UniRai a dire basta alle ingerenze da parte di quei politici che, onnipresenti in Tg e programmi, pretendono di mortificare il lavoro quotidiano di molti colleghi».
La risposta arriva col sit-in del 7 che si preannuncia molto partecipato, giusto?
«Certo perché, come abbiamo già detto, la Rai è un patrimonio di tutti, non solo di chi ci lavora e ha il diritto di difendere e rivendicare il rispetto dell’autonomia professionale. Più in generale poi, la situazione con cui ci troviamo a fare i conti oggi è quella di una Rai che deve essere liberata e lasciata nelle condizioni di poter svolgere il proprio compito nel rispetto del pluralismo, dell’autonomia, della libertà d’informazione».