Non solo Ferragni, tempi duri per le influencer. Errori, sviste, segnalazioni: tutti gli scivoloni delle star del web
Dopo il “Pandoro-gate”, è arrivato il giro di vite dell’Agcom sugli influencer in Italia: nuove linee guida e l’istituzione di un tavolo tecnico ispirati a due criteri fondamentali che indicano chi dovrà rispettare le norme: avere almeno 1 milione di followers sulle varie piattaforme e superare – su almeno una piattaforma o social media – un valore di “engagement rate” medio pari o superiore al 2%. I contenuti pubblicitari dovranno essere ben evidenziati con una scritta. E gli stessi influencer dovranno essere chiaramente individuabili e contattabili. Dunque, mentre il mondo dei social ha già stilato la sua sentenza e registra ogni giorno follower in fuga dalla Ferragni e dai suoi epigoni. Con le aziende che corrono ai ripari stralciando contratti in essere e accordi in fieri, e la linea di confine tra errore di comunicazione e truffa aggravata perlustrata a suon di denunce e atti da inquirenti e avvocati, l’Agcom – rileva l’Adnkronos – «si porta avanti» e detta nuovi parametri di riferimento per gli influencer» che forniscano «una maggiore trasparenza» e ridisegnano i confini.
Non solo Ferragni, tempi duri per le influencer
Un mondo, quello delle imprenditrici digitali, sconvolto nelle sue logiche e nelle sue dinamiche, ora spaccato e disperso in rivoli di indignazione e delusione e costretto a ridisegnare contorni e raggio d’azione e norme di community e guru finora mai messi in discussione. Lo strappo c’è e la lacerazione tra utenti del web e influencer indiscussi e acclamati fino a ieri a suon di like e visualizzazioni – oltre che promossi a furor di vendite – si vede e si sente. E per ricucirlo ci vorrà tempo, pazienza e attendere la risoluzione dei casi che bollono in pentola e infiammano i social.
E adesso le stesse influencer invocano regole chiare e precise
Dunque, partendo dal focoso contesto appena riassunto, l’Adnkronos rivisita una serie di casi che, “in attesa di giudizio”, hanno già fatto scalpore sul web e diviso quelle che un tempo erano comunità di sodali e follower indefessi sostenitori di influencer finite all’indice o semplicemente rimaste impigliate nelle maglie di una segnalazione. Un cahier de doleceances lungo e vario, che l’agenzia di stampa apre con il caso di Julia Elle, influencer torinese, meglio conosciuta sul web come Disperatamente mamma, finita in una complicata vicenda mediatica a fine 2022. Lei, giovane e bella, mamma di tre bambini, 5 pubblicazioni con Mondadori, aveva conquistato i suoi follower grazie ai video ironici sulla maternità. E con il racconto della sua felice famiglia allargata. Tutto però va a rotoli quando il suo ex compagno, Paolo Paone, produttore discografico, racconta su Instagram la sua verità: ovvero che il secondogenito non è suo figlio, e che non gli è consentito vedere sua figlia Chloe (la terzogenita invece nasce dal rapporto di Julia con il nuovo compagno).
Julia Elle e il caso “Disperatamente mamma”
Lei a quel punto, replica alle accuse e racconta un’altra storia ancora, fatta di minacce e violenze domestiche. E della paura di dire la verità. Insomma gioca la carta della sincerità, ma ormai è troppo tardi: i social non perdonano. Così vengono meno follower e anche le collaborazioni con le aziende. Julia sparisce dai social e dai suoi canali, piano piano, spariscono anche le foto dei figli. Un anno di assenza. L’ultimo post a febbraio 2023, per poi riapparire all’inizio di quest’anno in una veste completamente nuova: più sobria, più riflessiva. Un ritorno che, come lei stesso scrive, porta con sé nuovi progetti. E in cui non manca il mea culpa sull’esposizione dei figli sui social. «Dieci anni fa – scrive Julia e riporta l’Adnkronos – nessuno sapeva nulla di come usare i social, nemmeno io. Erano come le prime automobili: ci siamo buttati dentro e le cinture non erano nemmeno previste. Ma chi è andato a sbattere si è fatto molto male».
Errori, sviste, truffa: l’sos delle influencer per evitarle
E ancora. «Mancavano le regole – scrive l’influencer torinese – le stesse che servirebbero oggi più che mai. E che nascono dagli errori di chi ha fatto quello che credeva giusto, con uno strumento di cui non si conosceva la pericolosità… Penso di aver sbagliato? Sì – ammette Julia –. Oggi alla luce di quanto ritengo pericolosa l’esposizione dei bambini online mi sento in dovere di portare qui le riflessioni che partono dai miei errori. E che spero portino l’attenzione sulla necessità di nuove regole». Regole dunque, necessarie a disciplinare una giungla virtuale dove la competizione è agguerrita e i colpi sotto la cintura si sprecano; regole che oggi sono le stesse influencer a invocare, a volte persino tra le lacrime.
Le lacrime (e l’amaro sfogo) di ClioMakeUp
Come è stato nel caso dello sfogo di ClioMakeUp, la beauty influencer che sui social a marzo 2023 si è sfogata della competizione malsana tra brand e influencer e sulla poca libertà di espressione: «Non riesco a essere la Clio di prima». Il mondo del web, soprattutto del beauty, sottolinea Clio che è una delle pioniere del settore, «è cambiato tantissimo». È diventato «un mondo di paura». E lei, confessa apertamente, ha «paura di dire la mia, perché qualsiasi cosa io dica viene girata. Ed io non voglio lavorare così. Non voglio scendere a compromessi», conclude. Insomma, non tutto è oro quello che luccica: e le influencer, adesso, dopo anni di lustrini e paiettes, essenze profumate e rimandi evanescenti, lo ammettono chiaramente, confessando errori e sviste che hanno un prezzo, che può essere caro, tanto quanto quello dei prodotti commercializzati in stories e post.