Open arms, Salvini: “Ho tutelato la sicurezza nazionale, con me al governo meno morti in mare”
“Noi oggi siamo qui a parlare, e lo faccio in totale serenità, di qualcosa che io ho fatto come mio dovere. Per difendere il paese la sua dignità, le sue regole e i suoi confini. Con il risultato che più mi è caro. E non è la riduzione del 90 per cento degli sbarchi e l’avere fatto risparmiare centinaia di milioni al paese o di avere collaborato all’arresto di scafisti, ma è stato che in quelle due estati 2018 e 2019, il numero di morti e dispersi si è assolutamente ridotto. E questa è una cosa di cui vado fiero”. Così il ministro Matteo Salvini concludendo le lunghe dichiarazioni spontanee (59 minuti) al processo di Open Arms, che lo vede imputato per sequestro di persona e rifiuto di atti di ufficio per il mancato sbarco dei migranti a bordo della nave spagnola.
Open Arms, Salvini: ho tutelato la sicurezza nazionale
“Io tutelavo la sicurezza nazionale – ha spiegato il vicepremier – come dimostra il fatto che almeno tre episodi delittuosi in Francia, Germania e Belgio sono imputabili a persone sbarcate a Lampedusa”. Salvini ha poi ribadito, rispondendo alle domande del procuratore aggiunto Marzio Sabella, di non aver mai vietato lo sbarco di un minore in 631 sbarchi. “La competenza sullo stato di salute era di altri. E in quel caso abbiamo concesso lo sbarco dei minori una volta nominati i tutori”.
Nessun pericolo a bordo, la situazione era sotto controllo
Quanto alla situazione di eventuali pericoli a bordo della ong spagnola con 147 migranti, il ministro leghista ha ribadito che non aveva informazioni di emergenze. “In quel momento l’allora capo di gabinetto del Ministero dell’Interno Matteo Piantedosi mi disse che a bordo di Open Arms la situazione era sotto controllo. Non ricordo se mi dissero che c’erano persone che si lanciavano in acqua. Se ci fosse stata una condizione di pericolo lo sbarco sarebbe stato immediato”.
Non ho ceduto alla redistribuzione dei migranti prima dello sbarco
“Io sono qui imputato – dice ancora Salvini – proprio perché non ho ceduto sul fatto di redistribuire i migranti con gli altri paesi europei prima che avvenisse lo sbarco. In molti casi gli impegni presi con alcuni paesi non venivano poi rispettati. Qualche nazione non manteneva la parola data”. La questione in Europa sulla redistribuzione ex ante – infatti – è ancora ferma a quel punto. “Non si discute sul sistema ma sull’obbligatorietà della redistribuzione. Alcune nazioni vogliono che sia su base volontaria. Questa non è la nostra posizione”.
Grazie a noi l’Europa è diventata solidale
E ancora: “Non concedere il pos prima di aver chiuso l’accordo con gli altri paesi europei sulla redistribuzione era una sorte di pressione. E grazie al nostro operato finalmente l’Europa è diventata solidale. In ogni caso, in caso di emergenze urgenti, lo sbarco poteva essere disposto, anche in assenza di assegnazione di Pos, da altre autorità, come è avvenuto ad esempio nel caso della Mare Ionio”.
Toninelli poteva decidere lo sbarco
Ricostruendo la dinamica di quei giorni Salvini ricorda che il ministro Toninelli, allora ministro dei Trasporti, avrebbe potuto decidere per lo sbarco dei migranti dalla Open Arms. “So per certo che nel secondo decreto c’erano motivazioni diverse rispetto al primo impugnato dal Tar”, aggiunge Salvini. Interrogato nel dicembre 2020 sul caso Open Arms, l’ex ministro Toninelli, rispondendo all’avvocato Bongiorno, disse di non ricordare di avere firmato il divieto di ingresso di transito e sosta che poi viene annullato dal Tar. “È passato tanto tempo…”.
Crippa: Salvini smaschera i 5Stelle
Al termine delle dichiarazioni spontanee di Salvini il vicesegretario della Lega, Andrea Crippa, ha rilasciato un commento diretto agli accusatori. “Salvini smaschera il M5S nel corso del processo Open Arms. Durante un’ora di testimonianza spontanea palesa l’ambiguità della sinistra e l’intento di colpirlo nei tribunali invece che alle urne”