Paolo Bonolis torna in Rai e difende Pino Insegno: “Gli hanno fatto una cosa spregevole”
Paolo Bonolis, che ieri ha stracciato la concorrenza degli altri programmi con il boom di ascolti di Ciao Darwin, a La Stampa dice la sua sul caso Pino Insegno, il conduttore Rai osteggiato dai soliti giornali perché vicino a Giorgia Meloni e alla destra.
La giornalista Francesca D’Angelo, in occasione del ritorno di Bonolis in una trasmissione Rai, parte con la domanda provocatoria: Che ne pensa di TeleMeloni? Bonolis risponde con un emblematico, ma niente affatto sibillino: «Oggi tira un vento, domani un altro…». Insomma, se oggi si parla di TeleMeloni, ieri si poteva parlare di TeleRenzi, ancora prima di TeleD’Alema o TeleProdi. Ma non si ha memoria di titoli simili.
Bonolis su Pino Insegno: un grande professionista con le sue convinzioni
«Le spiace però che non sia Pino Insegno a condurre l’Eredità? Con lui Avanti un altro! avrebbe vita più facile», ironizza la cronista de La Stampa. E qui Paolo Bonolis non cede alla provocazione e fornisce una risposta illuminante. «Sì, mi spiace, ma per una ragione diversa: trovo che gli abbiano fatto una cosa spregevole. Pino Insegno – ricorda Bonolis – ha tentato un’impresa impossibile. In quella collocazione oraria nessuno, nemmeno Vasco Rossi nudo in elicottero, poteva andare bene. Se davvero gli hanno tolto L’Eredità attaccandosi ai bassi numeri di Mercante in fiera, è stata una grande ipocrisia. Mi spiace, anche perché un conto è il professionista, un altro l’uomo con le sue convinzioni. Il tutto senza nulla togliere a Liorni che è un ottimo conduttore».
“I Berlusconi in campo? Non avrebbero la gioia di fare politica del padre”
E, sulla politica, da una parte l’elogio al presidente della Repubblica: «Mattarella è un punto di riferimento per la gente. È un uomo profondamente delicato, gentile e al contempo forte. Per questo piace: perché incarna quello che noi italiani vorremmo essere, ossia forti nella gentilezza». Dall’altra una bocciatura dei Berlusconi come eredi di Silvio. «Sia Piersilvio che Marina sono straordinariamente in gamba (gli altri non li conoscono). Non so però se hanno le velleità e la stessa gioia di fare politica che Silvio manifestò nel corso del tempo».
Non manca una domanda sui fuori onda: Giambruno, Berlinguer e prima ancora Insinna: è giusto diffondere le dichiarazioni a “telecamera spente”?, chiede la cronista de La Stampa.
«È l’espressione della nostra cultura voyeuristica – replica Bonolis – Io sinceramente non le diffonderei, però è un atto lecito e c’è chi lo fa. Ognuno fa i conti con la propria coscienza e morale, peccato che queste siano molto spesso al soldo della propria convenienza». E ogni riferimento a Striscia la notizia e ad Antonio Ricci (con il quale non corre buon sangue) non appare casuale.