Premierato, via libera della Commissione in Senato al testo base: con 11 sì e 9 no. E Pera smaschera il Pd
Premierato, arriva il via libera della Commissione Affari costituzionali del Senato al testo base sul premierato, il disegno di legge che introduce l’elezione diretta del presidente del Consiglio, di cui la premier Meloni ha più volte ribadito l’importanza e la portata innovativa, «la madre di tutte le riforme che si possono fare in Italia». Ebbene, dopo settimane di discussioni e sedute di confronto, nel nuovo round odierno sul premierato in Commissione Affari costituzionali del Senato, al termine di interventi e repliche, si è passati al voto sul testo base: votazione che si è chiusa con 11 sì e 9 no. E con la conferma di un punto ineludibile: nessun passo indietro su impianto e obiettivi della riforma e, qualora dovessero esserci, i correttivi saranno solo frutto di emendamenti condivisi.
Premierato, via libera della Commissione in Senato al testo base
Il testo adottato come base per il proseguo dei lavori è quello del governo, a prima firma Giorgia Meloni e messo a punto dalla ministra Elisabetta Casellati, che introduce in Italia l’elezione diretta del premier. La maggioranza ha però già fatto sapere che, alla luce di un confronto interno alle forze che sostengono l’esecutivo, il ddl Casellati appronterà importanti modifiche attraverso emendamenti a firma di tutti i gruppi di maggioranza. Dunque, i lavori si aggiornano al round odierno e alla votazione in commissione Affari costituzionali del Senato, che con 11 sì e 9 voti contrari ha approvato a maggioranza il testo base per la riforma costituzionale che introduce in Italia l’elezione diretta del presidente del Consiglio. A votare a favore Fdi, Lega, Forza Italia. Ad esprimere voto contrario, tutte le opposizioni: Pd, M5s, Avs, Azione, Italia Viva e Autonomie.
La votazione si è chiusa con 11 sì e 9 no
Sul testo all’esame, lo stesso Balboni ha reso noto che saranno discussi 7 emendamenti di maggioranza – messi a punto dallo stesso Balboni e dal senatore Marcello Pera – tra cui quello che rivede la norma-antiribaltone: «C’è un’ipotesi di aggiustamento di questa norma, per salvaguardare che non si debba per forza andare alle urne in casi eccezionali, ed anche per garantire il ruolo che deve avere un premier che non dobbiamo mai dimenticare è eletto dai cittadini». Una via di mezzo che vorrebbe la via del voto per rieleggere il premier sfiduciato, e non la possibilità di sceglierne uno nuovo dalla stessa maggioranza, come avrebbe sostenuto ad esempio la Lega. Va ricordato, infine, che ieri si è saputo che la scadenza per la presentazione degli emendamenti slitterà dal 29 gennaio di qualche giorno.
Balboni: «Premierato e Autonomia? Non è uno scambio, è realizzare il programma»
E proprio in merito alla discussione sul testo, il presidente della commissione Affari Costituzionali del Senato Alberto Balboni – relatore del ddl sul premierato – intervenendo in commissione ha tenuto a precisare e a sottolineare: «Quello che alcuni di voi chiamano scambio, noi la chiamiamo democrazia. Era scritto nel programma», e dà seguito al «tentativo di attuare due importanti riforme, l’attuazione del titolo V della Costituzione con l’Autonomia differenziata e il presidenzialismo. Si tratta delle due più importanti riforme del nostro programma, assieme alla giustizia». Concludendo poi: «La scelta del premierato è stato una scelta di mediazione dopo il confronto con la minoranza. Questo non è uno scambio, è realizzare il programma», ha ribadito con forza Balboni, replicando alle eccezioni mosse dall’opposizione.
Pera: «Deluso dal Pd. Noi lasciati soli per lamentare un uomo solo al comando»
Netto anche l’intervento del senatore Pera che, intervenendo in Commissione affari costituzionali sul ddl Casellati sul premierato, ha consegnato il testo del proprio intervento al presidente Balboni, osservando: «Siccome si tratta di passare alla storia vorrei consegnare due cartelle. Permettetemi di dire un qualcosa che mi è accaduto partecipando a questo dibattito: sono stupito e deluso perché mi aspettavo che in particolare il principale partito di opposizione presentasse qui un ddl alternativo. Non lo ha fatto neanche rifacendosi alla corrente riformista del Pd. Quindi, non c’è stato confronto vero sui contenuti. Posso dirmi assai deluso».
Maggioranza al lavoro sulle modifiche alla norma anti-ribaltoni
E ancora. «Voi del Pd ci avete lasciato soli, e dal momento che ci avete lasciato soli ci avete accusato dell’uomo solo al comando. Io sono deluso e stupito della elaborazione concettuale che avete dato dell’uomo solo al comando, che è veramente povera, lasciatemelo dire. Mi è mancata una motivazione vera, non da slogan. Insomma c’è una storia democratica di questo istituto. Non lo si può liquidare così. Quindi io sono interessato a studiare un testo affinché funzioni». E a proposito di lavoro sul testo, gli sforzi della maggioranza si concentrano ora sulle modifiche alla cosiddetta norma anti ribaltoni, con uno dei 7 correttivi proposti da FdI, e su cui il centrodestra sta cercando un’intesa condivisa tra gli alleati al governo.