Prosegue la geremiade su Sinibaldi. Mazzi accusato di arroganza da chi si sente intoccabile
La sinistra porta il caso Sinibaldi alla Camera, su sollecitazione dell’interessato si immagina. Che poi non è neanche un caso: il suo mandato di presidente del Centro per il libro e la lettura era scaduto e il ministro Sangiuliano ha nominato un altro (come già avvenuto in passato). Caduta la litania sul curriculum “impresentabile” di Adriano Monti Buzzetti (il quale tanto per dirne una è laureato mentre Sinibaldi no) resta in piedi quella sull’arroganza della destra al potere “affamata” di poltrone.
Sinibaldi ha affidato l’apologia di se stesso a Elisabetta Piccolotti (Avs) una che in trincea si sente a suo agio grazie alla promozione televisiva regalatale da Giovanni Floris a Dimartedì. Dunque lei, con sicura baldanza, ha affrontato il sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi chiedendo conto delle competenze di Monti Buzzetti. Mazzi, secondo un resoconto non proprio imparziale di Rep., avrebbe risposto con urla e invettive. Ma nell’articolo che riferisce del “caso” non compaiono insulti.
E allora che ha detto il sottosegretario Mazzi? Ecco la frase incriminata: “Non vogliamo sostituire un’egemonia culturale con un’altra
ma liberare la cultura. Aprire le porte, fare entrare aria fresca in quei circoli chiusi ai quali, purtroppo, siamo stati abituati per tanti anni. Se questo non vi piace dovrete farvene una ragione”. Piccolotti vede in ciò (“fatevene una ragione”) un’ingiuria, una censura (addirittura), un inaudito ostacolo alle sue pretese e imperterrita ripete la sua tesi secondo cui il mondo dell’editoria, senza Sinibaldi, sarebbe vicino a un rovinoso crollo.
Morale: qui si vede all’opera non l’arroganza del potere ma l’arroganza di chi si sente intoccabile. A questo punto l’augurio è che Schlein metta mano tempestivamente alla faccenda, visto che la lobby degli ex di Lotta Continua appare talmente rumorosa e molesta che potrebbe, se il presunto “epurato” non dovesse ricevere soddisfazione in tempi brevi, rivoltarsi contro la “ditta”. Schlein è avvisata…