Questione morale, Conte fa lo smemorato: l’elenco di indagati e condannati che il M5s ignora

24 Gen 2024 14:23 - di Redazione
questione morale M5s

Pungolato da Giuseppe Conte sulla “questione morale”, Fratelli d’Italia non ci sta e va al contrattacco. In un dossier interno destinato a deputati e senatori – e di cui l’Adnkronos ha preso visione – FdI passa in rassegna “tutti gli indagati per cui Conte non ha detto nulla”, rinfacciando al leader del M5S di aver fatto la voce grossa con gli esponenti del centrodestra colpiti da inchieste ma di non aver mostrato la stessa fermezza con i suoi colleghi di partito o con persone a lui vicine.

Da Chiara Appendino a Virginia Raggi; da Beppe Grillo all’ex Ad di Invitalia Domenico Arcuri; passando per il deputato Riccardo Tucci, l’avvocato Luca Di Donna e Cesare Paladino, padre di Olivia, compagna del presidente pentastellato: questi i casi citati da Fratelli d’Italia nella “nota informativa”.

Il documento di 6 pagine targato Fdi fa riferimento alla lettera aperta pubblicata l’11 dicembre 2023 su Repubblica da Conte, che “ha attaccato Giorgia Meloni per le inchieste giudiziarie che coinvolgono alcuni membri dell’esecutivo, parlando di ‘questione morale'”, si legge nel dossier.

La lista di Fratelli d’Italia prosegue con l’ex sindaca di Roma Virginia Raggi: “Indagata per abuso d’ufficio in relazione all’inchiesta sullo stadio della Roma, nel 2019 il gip respinge la richiesta di archiviazione. Giuseppe Conte non solo non ne chiede le dimissioni, ma nel 2021 le offre il suo totale appoggio in occasione della campagna elettorale per Roma”.

Raggi, rimarca FdI, “sarà successivamente indagata dalla Procura di Roma nel 2022 per falsa testimonianza, in relazione a una sua deposizione al processo sullo stadio della Roma. Ad ottobre 2023 il gip Anna Maria Gavoni ha chiesto l’imputazione coatta per la Raggi con l’accusa di calunnia e false informazioni rese ai pm per il bilancio Ama 2017″.

FdI accede i riflettori anche sul garante M5S Grillo, “indagato nel 2022 per traffico di influenze illecite sugli allora ministri 5 Stelle dei Trasporti, Danilo Toninelli, e dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, in favore della Moby Lines”.

Il documento di Fratelli d’Italia cita poi il caso del deputato calabrese Riccardo Tucci, “rinviato a giudizio con l’accusa di frode nell’ambito di un’indagine che a gennaio 2021 aveva già portato al sequestro preventivo di beni per oltre 800mila euro”: “Nonostante la gravità delle accuse – denuncia FdI – Conte scelse di candidarlo comunque per il suo secondo mandato”.

È poi la volta dell’ex commissario straordinario all’emergenza Covid, Domenico Arcuri, iscritto a ottobre 2021 dalla Procura di Roma “nel registro degli indagati per peculato e abuso d’ufficio” con l’accusa “di aver dirottato ‘circa 1,25 miliardi euro per fronteggiare l’emergenza Covid’ verso l’acquisto di mascherine e dispositivi di protezione individuali ritenuti in parte ‘non a norma'”. L’inchiesta – ricorda FdI – “si chiude nel marzo 2022 con Arcuri che resta indagato soltanto per abuso d’ufficio. La Procura di Roma ha poi chiesto il rinvio a giudizio”.

Gli ultimi due casi citati da FdI sono quelli dell’avvocato Luca Di Donna, ex socio di Conte “indagato dalla Procura di Roma per traffico di influenze illecite” e di Cesare Paladino – suocero dell’ex presidente del Consiglio – il quale, scrive sempre Fdi, “ha beneficiato” della norma contenuta nel Dl Rilancio “approvata” dal secondo governo Conte “per sanzionare amministrativamente e non più penalmente alcuni illeciti commessi nell’ambito del settore alberghiero”.

Questione morale, parliamone: ma non a corrente alternata

Alla fine del documento Fratelli d’Italia rivendica di essere un “partito garantista” ma “non accetta lezioni di morale da chi, come Giuseppe Conte e il Movimento 5 Stelle, utilizza invece un comodo approccio giustizialista a corrente alternata”: “Insomma – si legge nella conclusione del dossier interno – se volessimo usare la stessa logica di Conte dovremmo dire che prima di parlare della ‘questione morale’ negli occhi degli altri, l’ex premier farebbe meglio a guardare alla ‘trave’ che ha in ‘casa’ sua”.

Nel suo intervento l’ex premier aveva parlato dei problemi giudiziari di alcuni esponenti del governo e della maggioranza. “Nella sua carriera politica – ricordano però da Fratelli d’Italia – il leader pentastellato non ha usato lo stesso pugno duro quando si è trovato di fronte ad indagati del suo partito, o quando si è trovato lui stesso sotto inchiesta”.

La “questione morale” Conte “avrebbe dovuto farla valere la innanzitutto per sé stesso”, punge FdI citando l’avviso di garanzia ricevuto dal leader M5S nel 2020 per le denunce sulla gestione dell’emergenza Covid e l’indagine per omicidio colposo ed epidemia colposa nel 2023 “per la gestione delle prime fasi della pandemia”. Vicenda che, ricorda Fratelli d’Italia, si è poi conclusa a giugno del 2023 con una archiviazione per l”avvocato del popolo’.

Nel mirino di FdI anche Chiara Appendino, ex sindaca di Torino e attuale deputata e vicepresidente 5 Stelle “imputata di omicidio, lesioni e disastro colposi per i fatti di Piazza San Carlo a Torino” e “condannata il 27 gennaio 2021 in primo grado ad un anno e sei mesi”. La condanna, si legge nel dossier, “viene confermata a giugno del 2023 dalla corte di assise di appello. Un giudizio per cui è stato annunciato il ricorso in Cassazione”.

La replica incendiaria del Movimento 5 Stelle non si è fatta attendere, ma non è andata oltre un torrenziale comunicato zeppo dei soliti slogan grillini. «I Fratelli d’Italia – si legge tra l’altro – quanto alla questione morale, si muovono su un terreno inesplorato: la estendono, infatti, anche a soggetti privati che svolgono attività professionali o imprenditoriali, che non solo non hanno mai avuto un incarico pubblico, ma sono pure totalmente estranei al M5S e alla politica».

«Quanto agli altri casi – prosegue la nota pentastellata – il Presidente Conte ha già replicato, in modo diretto e trasparente, per cui non possiamo che rimandare alle puntuali risposte offerte in occasione di molteplici interviste televisive e sulla stampa. E questo, evidentemente, segna la differenza con Giorgia Meloni, che invece continua a sfuggire alle sue responsabilità e, adesso, si nasconde dietro dossier farlocchi».

Ma dal Movimento 5 Stelle omettono di osservare che quelli citati da FdI sono fatti e non slogan.

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