Report, Schlein fa da scudo umano a Ranucci per dire qualcosa di sinistra in quel di Gubbio
Quando si parla di Rai la sinistra ha sempre un sussulto. Risvegliandosi dal letargo politico in cui versa tra la denuncia di un saluto romano e il conteggio dei secondi da impiegare per fare la doccia.
Così da Gubbio Elly Schlein ha preso subito la palla al balzo di una interrogazione di FdI sul “metodo Report” che utilizza pentiti inattendibili senza dire sono stati dichiarati inattendibili per attaccare Giorgia Meloni. Le è venuto spontaneo il paragone con Berlusconi e l’editto bulgaro. In fondo, da quelle parti, la reiterazione dei ritornelli retorici va sempre di moda. Così ecco che Schlein ha dichiarato quanto segue: “Meloni ha superato Berlusconi: questi attacchi al diritto di inchiesta nemmeno con l’editto bulgaro… Bisogna inventare altri tipi di editti, non so se editti ungheresi. Sono attacchi non degni di una democrazia. Solidarietà a Report”. Figuriamoci: Report va tranquillamente in onda e il suo conduttore appare saldamente inchiodato a viale Mazzini. Ci sarebbe poi da discutere sul diritto di inchiesta. Si tratta di fornire informazioni di pubblico interesse o di confezionare killeraggi?
Qui si parla solo di una richiesta di chiarezza sui metodi di una trasmissione del servizio pubblico che in ogni puntata si concentra nel colpire un esponente del governo Meloni. Comprendiamo che per Schlein sia importante delegare il ruolo di opposizione a Sigfrido Ranucci e alle sue macchinette del fango ma Report lo paghiamo anche noi. Dunque sarebbe bene che Schlein si attrezzasse per fare ciò che gli italiani hanno chiesto con il voto al Pd: stare all’opposizione. Senza utilizzare la Rai per scorribande propagandistiche che portano acqua alla “ditta” di largo del Nazareno.
Il racconto su TeleMeloni però deve andare avanti e va rimpolpato quotidianamente. Così oggi è montata anche una polemica su Virginia Raffaele (guarda caso proprio nel giorno in va in onda la seconda puntata del programma Colpo di Luna) che sarebbe stata raggiunta da pressioni del ministro della Cultura per la sua imitazione di Beatrice Venezi (accusata di essere “fascistella”). Tutto al condizionale, ovviamente. Ma in modo tale da suscitare clamore attorno a un caso che non è nemmeno verificato. Infatti da viale Mazzini smentiscono categoricamente. Il falso caso Virginia Raffale potrebbe portare comunque qualche punto in più di share a un varietà battuto al suo esordio da Ciao Darwin di Paolo Bonolis.