“Report” usa pentiti inattendibili: la Rai dia spiegazioni, queste non sono inchieste ma macchina del fango
Interrogazione da parte di Fratelli d’Italia sul “metodo Report”. “Abbiamo presentato un’interrogazione all’Ad Roberto Sergio e alla Presidente Marinella Soldi per sapere se l’utilizzo ricorrente di pentiti di mafia giudicati inattendibili dalla magistratura, che dopo qualche decennio fanno rivelazioni circa presunte rivelazioni su persone decedute, sia in linea con quanto stabilito dal Contratto di Servizio, che regola i rapporti tra lo Stato e la Rai”. Recita così la nota del gruppo di FdI nella commissione Vigilanza Rai. “È accaduto nel caso del padre del Presidente del Senato Ignazio La Russa, e nel caso del padre del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che tra le altre cose, come tutti sanno, ha interrotto i rapporti con Franco Meloni quando era ancora una bambina”.
Interrogazione di FdI sul metodo “Report”: i servizi su La Russa e Franco Meloni
Si tratta di due servizi giornalistici per alcuni versi speculari stigmatizzano dal gruppo di FdI: “c’è un pentito giudicato inattendibile dai magistrati che dopo decenni tira in ballo una persona deceduta – e quindi non in grado di controbattere- per colpire indirettamente degli esponenti politici”. Altro elemento fondante del “metodo Report” è la scelta “di non dare conto al pubblico dell’inattendibilità dei pentiti intervistati. Forse perché altrimenti verrebbe giù tutto l’impianto del teorema messo in piedi- fanno notare- . Con quello che sembra a tutti gli effetti un ‘metodo’, stiamo assistendo al progressivo degradamento di una storica trasmissione: un tempo capace di fare delle vere e proprie inchieste, e oggi ridotta a costruire teoremi fine a se stessi, utili solo a spargere fango. Ci auguriamo che l’Ad e la Presidente rispondano presto e nel merito ai punti che abbiamo sollevato”, conclude la nota.
Esempio fresco fresco: Nunzio Perrella, utilizzato nel servizio su Franco Meloni – lo rivelò il Giornale- è un “pallonaro” che giudicarono inattendibile due magistrati di peso: come l’ex procuratore nazionale antimafia di Bologna Roberto Pennisi e l’ex numero uno della Procura di Brescia Sandro Raimondi. Lo attesta un documento conservato all’Archivio Storico della Camera dei Deputati, secretato fino al settembre 2017. Come giudicare il caso se non un attacco forzatamente condotto la premier?
Il metodo “Report”: un caso sollevato da Sansonetti già qualche anno fa
Ricordiamo come il “metodo Report” fu smascherato tempo fa da un giornalista di lungo corso come Piero Sansonetti. A cui non possono certo essere attribuite simpatie meloniane. Si scagliò contro il conduttore Ranucci che a suo dire “comprava filmati per rovinare politici e industriali”. La diatriba tra i due durò a lungo con feroci botta e risposta. Ne nacque un caso politico. Quel che sconsolava Sansonetti, oggi direttore dell’Unità, era la gravità di un metodo che faceva capo alla Rai, Servizio Pubblico. “Se lo avesse fatto il Fatto Quotidiano è un conto, ma quella è la Rai eh…” «Questo non è giornalismo d’inchiesta ma è raccogliere fango e tirarlo dove capita. Io lo chiamo killeraggio»,fu il commento di Sansonetti che riproponiamo in questo video che risale al 2022. Ma come si vede, il tempo passa ma il “metodo” resta. Attuale ieri come oggi.