“Repubblica”, dal vittimismo agli insulti animaleschi: Giannini attacca “i cani della Meloni”
Questa mattina “Repubblica” dedica diverse pagine allo scontro tra il premier Meloni e il gruppo Stellantis-Fiat, con al centro il ruolo dello stesso quotidiano, sul quale lo staff di FdI che si occupa di coordinare la comunicazione con il lavoro dei parlamentari di Fratelli d’Italia ieri ha diramato una nota – come accade abitualmente in tutti i partiti – per riassumere i termini della questione e suggerire gli argomenti da utilizzare per il dibattito. “Velina nera“, la definisce, non senza senso dell’umorismo, la prima pagina del quotidiano che oggi mette in campo, sull’argomento, l’ex editorialista nonché ex direttore della Stampa, per risultati evidentemente non apprezzati dal gruppo editoriale, Massimo Giannini, ormai a suo agio in un ruolo politico da “Che Guevara” del Pd e dello stesso editore, evidentemente.
“Repubblica”, Giannini e i cani della Meloni
Giannini, che già in passato si era reso artefice di attacchi scomposti e dai toni offensivi nei confronti della Meloni, stamattina verga un pesante editoriale in difesa della libertà di stampa che passa anche da pesanti metafore animalesche, non senza il solito riferimento ai fascisti, ai manganelli, i soliti deliri che non si capisce che legame abbiano con la questione dell’italianità della Fiat e degli investimenti all’estero del gruppo Agnelli ed Elkann.
“Da Repubblica al Domani, da Otto e Mezzo a Report a Piazzapulita: se non li puoi controllare, dileggiali, infangali, bastonali. Queste regressioni democratiche sono purtroppo tipiche delle forze sovraniste e populiste che hanno governato e governano anche in Occidente. Esistono nell’America trumpiana come nell’Europa orbaniana. Ma alla vigilia di una campagna elettorale che si preannuncia velenosa e avventurosa, vogliamo rassicurare la Sorella d’Italia. Questo giornale ha gli anticorpi. Per più di vent’anni abbiamo retto l’urto del Caimano, mentre i suoi chierici salmodiavano in lode delle sue “gloriose gesta” e i suoi avvocati vaneggiavano in coro sulla sua “persecuzione giudiziaria”. Figuriamoci se oggi ci possono spaventare le intemerate dell’Underdog e i latrati della sua famelica muta di cani..”, Cani, dunque.
Il Cdr antifascista che non svela i temi dello scontro con il gruppo
Il Cdr di Repubblica, invece, parla di quotidiano antifascista che ha diritto a prendere le distanze dal gruppo che lo dirige, come ha fatto recentemente, ma non di essere coinvolto nel dibattito politico: “Nella nota interna inviata ieri a parlamentari e ministri del partito, e nel continuare il proprio attacco a Repubblica, Fratelli d’Italia cerca di piegare alla propria lettura una discussione avvenuta la scorsa estate fra il Comitato di redazione e l’assemblea delle giornaliste e dei giornalisti con la direzione, anche relativa ai rapporti con il nostro editore….”. Discussione di cui sarebbe interessante conoscere i contenuti, visto il rilievo pubblico della stessa.