Roma e Milano, i militanti pro Palestina sfidano i divieti. Tensione e insulti alla polizia “assassina”
Bandiere della Palestina, un cartello con scritto ‘I genocidi sono tutti uguali’, slogan e striscioni. E l’immancabile fronteggiamento con la polizia nel tentativo di sfondare il cordone. Malgrado il divieto a manifestare nel giorno della Memoria per evitare problemi di ordine pubblico, molti attivisti pro Gaza, dei collettivi e della galassia dell’estrema sinistra, si sono dati appuntamento a piazza Vittorio Emanuele a Roma e a piazzale Loreto a Milano.
I manifestanti pro Palestina sfilano contro i divieti
Già alla vigilia diverse sigle sui social avevano protestato per lo slittamento del corteo e annunciato che non avrebbero rinunciato alla piazza. “Quello di oggi è un giorno simbolico, non c’è stato un solo genocidio nella storia. Di genocidi ce ne sono tanti e sono tutti uguali”. Da Roma, circa 500 i partecipanti, gridano contro l’Italia complice del genocidio di Gaza. Tra i più facinorosi gli studenti dei collettivi: “Hanno provato a criminalizzarci. Hanno tentato di andare contro la manifestazione, ma noi studenti siamo qui”. Parola d’ordine: i genocidi sono tutti uguali e lo Stato è complice.
A Roma bandiere palestinesi e insulti contro i fascisti
“Sventoliamo le bandiere che oggi non si voleva fossero sventolate”, è il filo rosso. Più che la solidarietà alla Palestina c’è grande voglia di boicottare il governo con vene di vittimismo e accuse di censura. “Qui segnalo che non faremo passi indietro rispetto alle intimidazioni. E rispediamo al mittente le accuse infamanti di antisemitismo rivolte a noi con il tentativo di strumentalizzazione per delegittimare le iniziative in solidarietà con la Palestina”. Infine l’attacco contro il governo in stile antifascismo militante, nel mirino la presidente del Consiglio (che ha ancora la fiamma tricolore nel simbolo del partito) e il presidente del Senato La Russa (con il busto di Mussolini).
A Milano tensione con la polizia
Anche Milano disobbedisce al grido di “Intifada, “corteo, corteo” ma anche “Polizia fascista”: sono circa mille i manifestanti che si sono dati appuntamento a piazzale Loreto, pronti a manifestare malgrado il divieto. Gli organizzatori ufficiali, invece, hanno spiegato in una conferenza di aver deciso di ottemperare “con amarezza” alle decisioni delle istituzioni. Verso le 16 i manifestanti sfidano le forze dell’ordine che bloccano l’accesso da piazzale Loreto a via Padova, e ‘rompono’ il divieto al corteo.
Un’ora di cori “Polizia assassina” e “Ora e sempre resistenza”
Iniziano a sfilare lungo via Padova a Milano. Gli agenti cercano di contenere i manifestanti concedendo solo pochi passi, nel primo tratto di via Padova a pochi metri da piazzale Loreto. Poi un lungo fronteggiamento, qualche attimo di tensione, con gli agenti in tenuta antisommossa davanti al serpentone di militanti pro Palestina che vuole forzare la mano. Secondo la Questura i partecipanti, cresciuti progressivamente di numero, hanno “assunto posizione ed atteggiamento tale da voler animare un corteo. Per questo è stata necessaria l’azione di “contenimento” a protezione di piazzale Loreto”. Un crescendo di insulti contro i poliziotti ‘assassini’ e oltre un’ora di slogan. Si va da “Ora e sempre Resistenza” a “Via via la polizia” passando per “Vergogna, vergogna”. C’ è tutto il repertorio degli slogan degli anni ’70 scandito più volte da “Palestina libera” e “Cessate il fuoco”. Via via il gruppone dei manifestanti si assottiglia. I riflettori per gli arrabbiati contro Israele e il governo sono assicurati, nessun incidente grazie ai nervi saldi degli agenti.
De Corato: basta a queste inutili manifestazioni
A fine pomeriggio arriva la nota della Questura di Milano che rivendica la tutela dell’ordine pubblico nella dinamica della manifestazione non autorizzata. I poliziotti e i carabinieri “hanno fronteggiato in maniera decisa quella porzione di dimostranti anche in virtù delle prescrizioni secondo cui la manifestazione avrebbe dovuto avere luogo domani”. Sulla giornata milanese scende in campo anche Riccardo De Corato; “Sarebbe il momento di porre la parola fine a queste inutili manifestazioni che sono totalmente irrispettose. Creano solo disagi al traffico, all’ordine pubblico e alla sicurezza dei commercianti e dell’intera città”. L’esponente di FdI fa anche notare che di palestinesi ce ne erano ben pochi. Molti gli anarchici e i no global dei centri sociali.