Scoperta ad Ancona maxi frode fiscale per quasi 2 miliardi di euro: i soldi venivano trasferiti in Cina
Una indagine partita da alcuni laboratori di confezione gestiti da cinesi nella provincia di Ancona ha permesso alla Guardia di Finanza di scoprire una rete di società cartiere responsabili dell’emissione di fatture false e una frode fiscale per un totale complessivo di circa due miliardi di euro.
Fast Clean: coinvolti imprenditori italiani e cinesi
L’attività investigativa è stata denominata “Fast Clean” per la velocità con cui le operazioni illecite venivano portate a termine, garantendo la ripulitura del denaro col trasferimento presso banche collocate in Cina, mediante la simulazione di operazioni commerciali mai avvenute. Le modalità adottate hanno assicurato agli imprenditori coinvolti, italiani e cinesi, l’immediata disponibilità del profitto della frode fiscale.
Il primo ramo dell’inchiesta ha individuato fatture false per circa 150 milioni di euro, con un’evasione di circa 33 milioni di euro di Iva e di altrettanta consistenza il risparmio delle imposte dirette sottratte al Fisco. Le Fiamme Gialle di Senigallia, con l’intervento delle unità specialistiche del Gruppo Investigazioni Criminalità Organizzata del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Anconra, hanno così portato alla luce una rete di ulteriori 140 imprese – per la maggior parte in Lombardia – tutte esistenti solo sulla carta, totalmente destrutturate per risorse umane e materiali, addirittura domiciliate in luoghi improbabili se non ad indirizzi inesistenti. Queste aziende, secondo gli inquirenti, tra il 2022 ed il 2023 hanno emesso fatture false per un miliardo e 700 milioni di euro.
Il plauso del governatore Acquaroli: “Gratificano gli italiani onesti”
«Queste operazioni sono importanti – sottolinea il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli – perché gratificano le imprese e i cittadini, contribuenti onesti