Sinner risveglia l’orgoglio di essere italiani. Il sociologo: è il simbolo di un Paese che ha riscoperto i suoi ideali
Lo straordinario successo di Jannik Sinner dimostra che l’Italia che crede negli incrollabili valori di sempre e sulla tenacia nel perseguirli. Il boom del tennista alto-atesino è allora l’ultima conferma di un Paese pronto a ritrovarsi e a fare quadrato intorno all’uomo simbolo, punto di riferimento e di “ideali”. Ce lo dice, oltre all’exploit in campo del 22enne campione di Sesto Pusteria che ha dominato e avuto la meglio a Melbourne sui temibili avversari come Djokovic e Medvedev trionfando agli Australian Open, anche il sociologo delle comunicazioni Mario Morcellini. L’esperto che, analizzando sotto il profilo dei risvolti sociali il significato dell’affermazione di Sinner e la sua eco, ha non a caso commentato: «Gli italiani hanno bisogno di punti riferimento e di “ideali”. Ecco perché, dall’esempio lasciato dal giocatore simbolo del Cagliari Gigi Riva. Fino al successo del campione Jannik Sinner, i riflettori del mondo puntati sul nostro Paese, ora anche sul piano politico per il vertice Italia-Africa (primo appuntamento internazionale dell’avvio della presidenza italiana del G7), possono avere risvolti positivi. E in controtendenza rispetto a una società sempre più “individualista”».
Sinner, il talentuoso tennista che ha fatto riscoprire agli italiani gli “ideali”
Questa la valenza ricaduta a pioggia su un Paese intero del successo di Sinner: la riscoperta della condivisione di ideali e simboli che accomunano e contraddistinguono un Paese intero. E la sua unicità. Secondo il sociologo delle comunicazioni Mario Morcellini, allora, dal confronto tra due simboli dello sport che l’Italia ama e continuerà ad amare, «non è banale vedere un filo comune. Sia Gigi Riva, intorno alla morte del quale, il 22 gennaio scorso, si è unito tutto il Paese, sia Sinner (entrato nella leggenda con la vittoria agli Australian Open di tennis), hanno un aspetto straordinario: hanno solo i pregi di essere italiani. E nessuno dei difetti. Neppure quelli caratteriali che siamo anche banalmente disposti ad attribuire ai nostri connazionali».
Da Riva a Sinner, l’Italia si risveglia orgogliosa di sé e dei suoi talenti-simbolo
«Riva – ricorda Morcellini – è arrivato a un’eccellenza assoluta». Tanto da «incutere nei media e nel dibattito pubblico un rispetto anche per la sue prese di posizioni controcorrenti, come il rifiuto di andare alla Juve». Insomma «è diventato un punto di riferimento con la maiuscola dell’essere italiano», risvegliando un profondo «senso di appartenenza». E secondo il sociologo non mancano le similitudini con il giovane Sinner: «Ha costruito con pazienza il suo successo, è di una semplicità assoluta». Per Morcellini, allora, si tratta di due esempi di italiani «che ci fanno sentire orgogliosi di essere anche noi nella stessa nazione», perché «abbiamo bisogno di ideali».
Anche il vertice Italia-Africa dimostra la volontà di un Paese a tradurre i suoi valori in impegni e sfide sociali
Dallo sport alla politica, i riflettori puntati in questi giorni sul nostro Paese per il vertice Italia-Africa si ricollegano a questo clima di generale fermento: «L’idea di strutturare un impegno, non solo domestico e nazionale a favore dell’Africa – sottolinea allora Morcellini – è un modo intelligente di ridurre le tensioni che da quel Continente possono venire. E, al tempo stesso, fare opere positive e di aumento di ricchezza sociale e culturale». da tutto questo, dunque, deriva e può passare un messaggio positivo: «La comunicazione italiana – spiega il sociologo – ha una sciagurata tendenza, più di altri al mondo, ad amare le cronache del male. E i media lavorano all’ipertensione sociale. L’idea è che siamo condannati a vivere sempre rinviando il buon umore, ma nessun Paese e nessuna democrazia può vivere solo di cattive notizie».
Sinner, il suo successo abbraccia un Paese intero: ecco perché
E allora, viva Sinner e viva il trionfo dell’eccellenza made in Italy. Della tenacia e della ostinata volontà di farcela. Del successo che porta sotto i riflettori un Paese che in materia di ideali e di talento ha ancora tanto da insegnare. Così, a ridosso dell’affermazione del tennista che ha piantato la bandierina tricolore del successo tennistico dall’latra parte del mondo, e nei giorni che precedono l’avvio del Festival di Sanremo, l’Italia si riscopre orgogliosa di sé. Della sua forza sportiva e della sua tradizione culturale. In quest’ottica, allora, quella che va in scena sul palco dell’Ariston è, e tornerà a essere ancora una volta, «la settimana in cui l’Italia si riscopre una nazione». Unita, nello sport come nella musica, per sconfiggere la «maledizione contemporanea di una società in cui sembra aver stravinto l’individualismo – conclude Morcellini –. E qui Riva e Sinner ci insegnano esattamente il contrario»…
E arrivano pure i complimenti del Papa a Sinner
Non è un caso allora se oggi anche il Papa ha letto e celebrato il successo di Sinner in chiave sociologica. Il Santo Padre, oggi in udienza in Vaticano complimentandosi con gli italiani per la vittoria di Jannik Sinner agli Australian Open ha tenuto a sottolineare: «Anche dal tennis è possibile trarre lezioni di vita», ha detto il Pontefice. Ribadendo nel suo discorso che lo sport offre opportunità «per la crescita di ogni persona e della società». Evidenziando come nel tennis, uno sport individuale o di coppia e non di squadra, «sembrerebbe che la sfida tra giocatori abbia a che vedere soprattutto con il desiderio di prevalere sull’avversario». Ma, «in realtà, fin dalla sua origine inglese, è espressione dell’apertura dei fondatori a ciò che di buono poteva venire dall’esterno e a un dialogo aperto».