Teatro di Roma: De Fusco nuovo direttore, il Pd strepita. Mollicone: nessuna forzatura
Ci risiamo: anche sul Teatro di Roma e la nomina del nuovo direttore generale (Luca De Fusco) la sinistra fa le barricate. Schiumano rabbia e gridano all’occupazione, evocano i “lanzichenecchi”. Dimenticando che sulle nomine la sinistra non ha mai fatto prigionieri, egemonizzando il mondo della cultura, occupando tutti i posti chiave. “Inaccettabile occupazione del potere”, tuona il sindaco Gualtieri e con lui altri esponenti di Pd e M5s.
Teatro di Roma: Luca De Fusco direttore nonostante le barricate del Pd
L’ultima nomina ha fatto insorgere il centrosinistra, con il sindaco di Roma in testa, che sperava di avere l’ennesimo dirigente in quota Pd. Sigla che sta ormai come “Per diritto” (divino). E poco importa ai dem, che al governo e alla Regione Lazio ci sia una maggioranza di centrodestra. In queste ore è arrivata la nota ufficiale del Teatro di Roma, che ha gelato la sinistra.
«Il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Teatro di Roma, nella seduta del 15 gennaio 2024, proseguita in data odierna e tenutasi alla presenza del Collegio dei Revisori dei Conti, ha deliberato, con il voto unanime dei Consiglieri presenti, la nomina di Luca De Fusco a Direttore generale della Fondazione per un quinquennio, ai sensi dell’articolo 13 dello Statuto dell’Ente. Con la nomina di De Fusco si apre una nuova stagione per il Teatro nazionale della Capitale – si legge ancora nella nota – nel cui alveo i teatri Argentina, India, Torlonia e, dalla fine di quest’anno, il Valle, tornano finalmente alla gestione ordinaria dopo il lungo periodo di Commissariamento disposto dal Ministero della Cultura».
Mollicone: “Rispettiamo le prerogative di Gualtieri e Gotor, ma oggi sono minoranza”
«Nessuna forzatura, riunione assolutamente legittima – ribadisce Federico Mollicone. Presidente della Commissione cultura della Camera e Responsabile Nazionale cultura e innovazione di Fratelli d’Italia Federico Mollicone. illegittimo sconvocare Cda soltanto aggiornato. Dispiace che l’assessore Gotor, di cui ho grande stima, sia stato disinformato dalla governance del Teatro di Roma. Come potranno confermare gli organismi di vigilanza, la riunione che si è tenuta questa mattina è assolutamente legale in quanto prosecuzione del Cda sospeso nei giorni scorsi dallo stesso Presidente.
«Inopinatamente – ricorda Mollicone – il Presidente Siciliano alle dieci di sera ha mandato una sconvocazione a data da destinarsi del Cda già aperto per seguire la votazione. Nel merito c’è grande rispetto delle prerogative del Comune di Roma ma non si puó pensare di alterare la proporzione della rappresentanza all’interno del Cda né in questa istituzione culturale né in tutte le altre. La rappresentanza della Regione Lazio e del Ministero resteranno disponibili a mantenere il dialogo aperto».
«Questo – prosegue l’esponente di FdI – non puó non partire dal riconoscimento dell’elezione del direttore De Fusco che è assolutamente piena e legittima e che sicuramente farà il meglio per il bene del Teatro e per il Comune di Roma. Restiamo disponibili ad un confronto nel rispetto del Teatro di Roma che abbiamo salvato dalla precedente gestione criminogena che l’ha preceduta prima della nascita della Fondazione che abbiamo auspicato e suscitato. Credo che questi ritardi rischino di far perdere i finanziamenti ministeriali al Teatro di Roma nazionale, e per cui presto – conclude Mollicone – verrà proposto il riconoscimento di monumento nazionale nell’ambito delle proposte di legge che stanno convergendo e si sono abbinate in VII Commissione in questi giorni».
“La sinistra farnetica, dopo aver occupato militarmente le istituzioni”
Alla nota di Mollicone fa eco quella della Regione Lazio. «Questa città non merita bracci di ferro istituzionali, ne’ dilazioni sine die, il Teatro di Roma doveva tornare subito operativo, come è stato», dichiara Simona Baldassarre, assessore alla Cultura della Regione Lazio. «Questo non è il momento delle polemiche, ma del lavoro, in nome della cultura – continua Baldassarre – Nel merito delle doleances sollevate, leggo le solite farneticazioni da parte della sinistra che, dopo aver occupato militarmente le istituzioni, preferisce bloccare i processi decisionali, pur di non mollare la presa»..