Turetta muto e smarrito resta in infermeria: e monta la polemica sui “privilegi” della sua detenzione
Il clamore mediatico sull’omicidio di Giulia Cecchettin si è affievolito, confluito idealmente con i tre femminicidi già registrati dalla cronaca che hanno segnato nel sangue anche l’inizio del 2024. Ma per quanto ora l’ultima parola sul brutale assassinio della studentessa padovana debba ancora essere pronunciata – toccherà alle indagini in corso e al dibattimento processuale chiudere il caso – i riflettori sul suo assassino, il 22enne Filippo Turetta, non accennano a spegnersi. E ancora una volta puntano su di lui. Sul 22enne che ha confessato di aver ucciso l’ex fidanzata l’11 novembre tra Vigonovo e Fossò. E sulla sua detenzione nel braccio del carcere di Montorio Veronese, dove è stato trasferito da settimane dopo aver lasciato la sezione di Psichiatria.
Turetta ancora recluso nella cella di infermeria: monta la polemica
Sì, perché dopo le iniziali proteste dei familiari dei detenuti, e degli stessi carcerati, che già nei giorni dell’addio funebre di Giulia si sono lamentati per quella che – a loro detta – sarebbe una “reclusione privilegiata”, da quando il giovane è uscito dall’isolamento e ha cambiato cella nel carcere di Verona, passando al regime di “custodia aperta” – con soli due detenuti disponibili a condividere la cella con lui – lo status di detenzione di Turetta non fa che alimentare le recriminazioni. Indipendentemente dalla loro fondatezza o meno. Polemiche tornate in auge in queste ore in cui – come riferisce Il Gazzettino e rilancia il Tgcom24 – il 22enne reo confesso appare sempre più taciturno e disorientato nella sezione dell’istituto penitenziario veronese dove è stato trasferito da settimane, dopo aver trascorso un primo periodo nella sezione psichiatrica.
Turetta appare taciturno e disorientato
Di più. Secondo la descrizione resa dal quotidiano locale citato, «il viso sbarbato e provato. Lo sguardo perso in un impenetrabile silenzio», il 22enne di Torreglia «assiste con apparente distacco alla visita istituzionale nel penitenziario scaligero. “Altro che PlayStation… Il ragazzo non ha mai giocato una sola volta al videogame, ha ben altro a cui pensare”, riferisce chi l’ha incontrato in questo periodo di custodia cautelare». Recluso con le accuse di sequestro di persona, omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere».
La direttrice del carcere: «Nessun privilegio»
Taciturno. Smarrito. Disorientato, Turetta – spiega il Tgcom24 – «resterà in questo reparto finché lo riterrà necessario l’equipe multidisciplinare cui compete la valutazione», ha affermato la direttrice della struttura, Francesca Gioieni. Non solo. Sul “caso” che monta, il sottosegretario Andrea Ostellari in visita al carcere veronese, ha a sua volta rilanciato: «Non si applicano trattamenti di favore nei confronti di nessuno». Ribadendo che «le decisioni su quelle che possono essere le attività trattamentali e ricreative, adeguate a ciascun utente, vengono prese da personale qualificato».
I genitori non vanno a trovarlo…
Intanto, però, sulla detenzione di Turetta, che da sette settimane condivide un letto a castello (con bagno a parte) con un 60enne scelto “ad hoc” come compagno di cella, montano i rumors e le indiscrezioni si affastellano. L’unico argomento che le mette a tacere è la voce secondo cui – in base a quanto trapela e riporta sempre il Gazzettino – l’ultimo suo colloquio con mamma Elisabetta e papà Nicola risale allo scorso 3 dicembre. Il primo e l’unico finora. Pur avendo il diritto di andare a trovarlo una volta alla settimana, probabilmente i genitori e lo stesso loro primogenito, hanno ancora bisogno di tempo. Contestualmente, invece, i legali Giovanni Caruso e Monica Cornaviera, a cui la famiglia del ragazzo ha affidato la difesa, preferiscono la linea del silenzio. E rinviano a quanto ribadito dai vertici di Montorio Veronese.