Una “bufala” la recensione contro gay e disabili? Intanto Berizzi la “spara” nella sua rubrica antifascista

13 Gen 2024 20:39 - di Monica Pucci

“Guardi, credo si sia trattato di una notizia falsa. Non tornano varie cose, dall’assenza nella pagina delle recensioni di google, allo screenshot pubblicato da più parti, evidentemente contraffatto…”, scrive un follower di Paolo Berizzi. Un altro va giù più pesante: “E ti pareva che il Berizzi non si beveva pure quest’altra bufala. Praticamente crede a tutto, non ha discernimento”.

L’ansia di eleggere una notizia “razzista e discriminatoria” a deriva fascista, quindi da inserire nella rubrica “Pietre” che il giornalista dedica alle cattiverie che si scrivono sui social, andando a cercare col microscopio haters e becerume vario (ovviamente di destra…) potrebbero aver tradito il partigiano Paolo Berizzi. Quella notizia pubblicata sulla recensione fatta, sui social, di una serata alla pizzeria Le Vignole di Sant’Angelo Lodigiano, da un cliente che aveva critto di essersi sentito a disagio perché “mi hanno messo a mangiare di fianco a dei gay e a un ragazzo in carrozzina che mangiava con difficoltà”, potrebbe essere falsa. A dispetto della buona fede della  titolare Giovanna Pedretti che aveva risposto chiedendogli “di non tornare da noi, a meno che non ritrovi in sé i requisiti umani che nel suo atteggiamento sono mancati” ma la cui “complicità” è tutta da dimostrare.

La possibile bufala sulla recensione “razzista”  su gay e disabili

Berizzi, però, nel dubbio, l’ha messa nella rubrica sull’antifascismo, che comunque c’entra sempre, pure se si dovesse scoprire che il “razzista” ha Che Guevara tatuato sul braccio e la foto della Schlein nel portafoglio, sempre nel caso eventuale in cui la recensione fosse vera. I dubbi sulla “bufala” li ha posti per prima Selvaggia Lucarelli e per seconda proprio la testata su cui scrive Berizzi, “Repubblica“, per poi attivare anche il Tg3 con un servizio nell’edizione della sera.

Secondo Selvaggia Lucarelli quella recensione sarebbe falsa, o meglio “un’operazione di marketing spacciata per eroica difesa di gay e disabili”, come ha scritto in un post su X, accusando, per quello che si capisce, anche la proprietaria del locale. Ma il primo a sollevare la questione sulla possibile bufala era stato il compagno della Lucarelli, Lorenzo Biagiarelli, esperto di cucina, che aveva fatto notare il font della recensione, come quello della risposta, diverso da quello usato da Google, la risposta del proprietario, le recensioni e gli stessi loghi sgranati, mentre il corpo del testo è perfettamente a fuoco” e “sia la recensione che la risposta presentano simili errori di ortografia. Il più evidente è la minuscola dopo tutti i punti. Sembrano scritte dalla stessa mano”.
Inoltre la recensione sembra una fotocopia di altre già postate sui social. Avvisate Berizzi.

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