Utero in affitto, il Papa chiede il reato universale. E sul gender avverte: “Nuovi diritti non sempre accettabili”
L’appello per la pace in Medio Oriente, Ucraina e in tutti i luoghi attraversati da quello che ha definito “un vero e proprio conflitto globale”; l’auspicio che il Giubileo possa essere “il tempo in cui una nazione non alzerà più spada contro un’altra”; il dolore per i morti nel Mediterraneo e l’appello a “regolamentare la migrazione”; il pensiero ai cristiani perseguitati e l’ammonimento contro “la piaga dell’antisemitismo“. E, ancora, l’appello per il clima, per il quale con Cop28 è stato segnato un “passo importante”; il tema dell’intelligenza artificiale. Il Papa ha ricevuto il Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede per il tradizionale incontro di scambio di auguri per il nuovo anno e, in una visione in cui tutto si tiene in nome della vita, ha di fatto toccato tutti i temi che gli sono più cari, compresi i richiami contro la “pratica deprecabile” della maternità surrogata e l’avvertimento contro la “pericolosissima” ideologia gender.
“Maternità surrogata pratica deprecabile. Un bambino è un dono, non l’oggetto di un contratto”
“La via della pace esige il rispetto della vita, di ogni vita umana, a partire da quella del nascituro nel grembo della madre, che non può essere soppressa, né diventare oggetto di mercimonio”, ha detto il Pontefice, sottolineando che “al riguardo, ritengo deprecabile la pratica della cosiddetta maternità surrogata, che lede gravemente la dignità della donna e del figlio. Essa è fondata sullo sfruttamento di una situazione di necessità materiale della madre”. “Un bambino – ha avvertito il Pontefice – è sempre un dono e mai l’oggetto di un contratto”.
L’appello del Papa per rendere l’utero in affitto reato universale
“Auspico, pertanto – ha proseguito Bergoglio di fronte ai diplomatici stranieri accreditati presso la Santa Sede – un impegno della Comunità internazionale per proibire a livello universale tale pratica. In ogni momento della sua esistenza, la vita umana dev’essere preservata e tutelata, mentre constato con rammarico, specialmente in Occidente, il persistente diffondersi di una cultura della morte, che, in nome di una finta pietà, scarta bambini, anziani e malati”. “La via della pace – ha dunque ribadito il Pontefice – esige il rispetto dei diritti umani, secondo quella semplice ma chiara formulazione contenuta nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, di cui abbiamo da poco celebrato il 75° anniversario. Si tratta di principi razionalmente evidenti e comunemente accettati”.
L’ammonimento contro la teoria gender e i “nuovi diritti non sempre accettabili”
Papa Francesco, poi, è tornato a mettere in guardia rispetto alle colonizzazioni ideologiche, facendo particolare riferimento alla teoria gender. “Purtroppo, i tentativi compiuti negli ultimi decenni di introdurre nuovi diritti, non pienamente consistenti rispetto a quelli originalmente definiti e non sempre accettabili, hanno dato adito a colonizzazioni ideologiche, tra le quali ha un ruolo centrale la teoria del gender, che è pericolosissima perché cancella le differenze nella pretesa di rendere tutti uguali”, ha detto il Pontefice, sottolineando che “tali colonizzazioni ideologiche provocano ferite e divisioni tra gli Stati, anziché favorire l’edificazione della pace. Il dialogo, invece, dev’essere l’anima della Comunità internazionale”.